Milano - Il Milan soffre della stessa sindrome juventina. Quello di ieri sera col Cagliari è il quarto consecutivo pareggio guadagnato a San Siro dopo i precedenti con Genoa, Juve e Roma. La miseria di un solo gol, maturato all'alba della seconda frazione, di Morata dopo il palo di Pulisic, rimontato dalla stoccata di Zortea una sorta di gatto nero sulla strada dei rossoneri, l'autore dello spettacolare 3 a 3 di Cagliari nella sfida dell'andata. Comincia così un pareggio che non riscalda mai San Siro il nuovo capitolo in panchina di Sergio Conceiçao e rende molto più attuale il bisogno di un attaccante cercato sul mercato di gennaio (in attesa del sì di Rushford). Così la presentazione della Supercoppa invece di rianimare una tribù finisce per moltiplicare i rimpianti, forse anche qualche rimorso. Efficace la difesa del Cagliari prima, durante e dopo. Caprile il migliore dei suoi.
È molto brusco il passaggio da Riad (mostrata da Calabria e Theo la Supercoppa con qualche fichio) al campionato italiano dove, per esempio, puoi trovare il Cagliari che si presenta con un classico 4-4-2, banalmente significa due linee scolpite e sistemate in pochi metri una dall'altra a difesa della porta di Caprile, al debutto dopo il trasferimento dal Napoli. Così al Milan, per trovare qualche varco utile, non resta che provare col tiro da fuori: uno, due, tre i tentativi ripetuti, il più insidioso quello di Reijnders a metà frazione domato dalla presa d'acciaio del portiere sardo. Ma attenti a non sottovalutare le ripartenze del Cagliari che prende coraggio e in un paio di occasioni mette i brividi a San Siro e a Conceiçao al debutto italiano da allenatore. Nel primo caso Calabria anticipa Viola con deviazione decisiva, nel secondo Maignan deve spolverare il meglio dal suo talento per volare sotto la traversa e deviare il tiro a giro di Mattia Felici, romano di 23 anni, la rivelazione dei sardi già ammirato a Monza la settimana prima.
La ripresa del Milan sembra illudere Conceiçao: Pulisic scheggia prima la traversa dal limite, poi timbra il palo su lancio di Theo ma questa volta Morata, in agguato, può chiudere col facile tap-in in gol. Il sigillo milanista invece di spianare la strada, rimette in salita la sfida perché al primo errore di Fofana, la volata di Felici può offrire a Zortea, già decisivo all'andata, di firmare l'1 a 1 (con responsabilità di Maignan sul fendente). La scelta di puntare poi sul doppio centravanti (ingresso di Abraham) non contribuisce a cambiare la storia della sfida che esalta invece il Cagliari, capace con Caprile di presentarsi alla grande dinanzi al suo club, con un paio di interventi prodigiosi su Pulisic.
La mossa della disperazione è quella finale della panchina rossonera: negli ultimi 5 minuti, in assenza di Okafor, non convocato perché destinato a Lipsia, debutta Omoregbe, di origine nigeriana, soli 76 minuti giocati con Milan futuro, scoperto da Conceiçao durante questi ultimi giorni.
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