Chiamatelo pure effetto Gasp. Verrebbe quasi da farci un dottorato per raccontare le doti taumaturgiche dell'allenatore atalantino. Uno che, come nessuno, sa ed è in grado di valorizzare giovani talenti e rigenerare potenziali campioni perduti. L'ultimo caso risponde al nome di Nicolò Zaniolo, che a 25 anni ha scelto di ripartire da Bergamo per cercare di rinascere.
La missione dell'ex romanista è chiara: passare dallo status di (eterna) promessa a quello di (futuro) top player. Detto così sembra pure facile, ma negli anni in tanti hanno fallito il compito. Per Gasperini, invece, potrebbe diventare l'ennesimo capolavoro della carriera. Anche perché nelle ultime settimane sono arrivati segnali decisamente incoraggianti. Zaniolo fin dai primi allenamenti ha manifestato voglia di emergere e quella sana sfrontatezza che fa rima con personalità. Tanto da decidere di prendersi la maglia numero 10. Nel frattempo il tecnico nerazzurro l'ha centellinato nelle apparizioni, dosandone impiego ed energie. Il motivo è semplice: i tanti infortuni degli scorsi anni andavano in qualche modo metabolizzati dal fisico dell'esterno offensivo, che non faceva una preparazione pre-campionato così intensa da anni.
Il condottiero della Dea ha poi aspettato il momento giusto per lanciare, gradualmente, Zaniolo, che ha iniziato a rispondere presente sfornando spezzoni di qualità. Come quello di un mesetto fa in Champions a Stoccarda, dove ha trovato pure il primo gol in maglia atalantina. Nelle ultime giornate Nicolò ha iniziato a vestire i panni di problem-solver pure in Serie A, con Gasp che l'ha utilizzato da vera e propria arma tattica nella ripresa per sbloccare le gare dallo 0-0. Missione compiuta due settimane fa all'Olimpico contro la Roma, dove Zaniolo è andato a segno per la prima volta in campionato. Sabato il bis in Sardegna con la stoccata che ha mandato al tappeto il Cagliari, confermando l'Atalanta in vetta da sola.
Per provare a vincere lo Scudetto serve una panchina lunga e Zaniolo può rappresentare un jolly prezioso nella corsa al tricolore. A patto che corregga le intemperanze caratteriali. Gasp lavora adesso su quest'ultimo step, motivo per cui nel post partita l'ha bacchettato pubblicamente: «Non è tollerabile che ogni volta che segna incendi il pubblico avversario».
Parole che Zaniolo ha già memorizzato: ora dovrà farne tesoro per completare il processo di maturazione. Sarebbe una bella notizia non solo per la Dea, ma soprattutto in chiave Nazionale. Spalletti, infatti, continua a tenerlo d'occhio.
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