Edinson Cavani sta vivendo un vero e proprio momento di grazia al Psg. L'uruguaiano sta segnando a raffica e si sta dimostrando uno dei bomber più prolifici in tutta Europa. Il 30enne di Salto è tornato in Italia, in quanto Giuseppe Spinosa, suo ex collaboratore e factotum ai tempi del Napoli, gli ha intentato causa. L'attaccante del Psg è stato convocato da un Giudice del Tribunale del Lavoro di Napoli per rispondere alle accuse del 63enne che già a settembre, ai microfoni di Cronache di Napoli, aveva dichiarato: "Circa due anni fa, dopo tre anni di collaborazione continua, Cavani decise di non avvalersi più delle mie prestazioni. Chiesi spiegazioni, ma l’uruguaiano non ha mai voluto dirmi il perché del licenziamento. Nel giro di 24 ore mi sono trovato senza lavoro, mi ha fatto una promessa che non ha mai mantenuto. Eppure eravamo molto legati". L'avvocato dell'ex collaboratore del Matador avrebbe richiesto un risarcimento di circa 100.000 euro per le prestazioni svolte in nero e senza un regolare contratto di lavoro.
Spinosa ha poi spiegato i motivi della sua arrabbiatura nei confronti di Cavani: "Gli contesto il fatto di aver pagato le mie prestazioni in nero e di avermi tolto il lavoro senza una valida motivazione. L’ho chiamato in giudizio soltanto per la parte che mi spetta per i servizi svolti in Italia. Si tratta di una collaborazione di tre anni, 24 ore su 24. Credo, però, che abbia deciso di fare a meno di me su pressione esercitata dal fratello Walter Guglielmone e dalla madre Berta. Loro stanno con lui, perché sono attaccati ai soldi. Quando giocava nel Napoli era una persona gentile, affabile.
Il nostro rapporto era idilliaco. Di cosa mi occupavo? Di tutto. Gli facevo da autista. Gli pagavo le bollette. Prima della separazione, mi occupavo anche della moglie e dei suoi bambini. Per Cavani mi rendevo reperibile 24 ore su 24".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.