Da giovane era il procuratore di Henry ad Anelka, Blanc, Makelele e Vieira. Il calcio, quello che passa dai conti correnti e vale milioni di euro lo ha vissuto da dentro. Molto.
Dopo una rovinosa uscita di scena a causa di una condanna per falso in bilancio quando era dirigente del Servette, Marc Roger, 52 anni, è tornato alla carica. Vuole rientrare nel mondo del pallone, e per farlo passa dalle librerie. In questi giorni, infatti, è uscito il suo libro in cui ripercorre la sua vita da procuratore dei grandi campioni francesi.
Ricordi che in alcuni casi rischiano di far scoperchiare nuovamente un calderone che l'Italia ha faticato a chiudere. Quello di calciopoli. Roger, infatti, come racconta la Gazzetta, ricorda che la sera della semifinale di Champions tra Nantes e la Juventus (1993), a Torino all'Hotel Palace, vide una "bella bruna che entra e si dirige dritta verso l'ascensore". Secondo il racconto del procuratore, il cameriere dell'hotel avrebbe poi assicurato che si trattava di una escort pagata per rasserenare gli animi degli arbitri prima della partita. Chi l'abbia pagata il procuratore non lo dice, ma da quanto racconta su Luciano Moggi si può facilmente intendere chi sia l'obiettivo dell'attacco.
Secondo Roger, infatti, Moggi truccò il prezzo con cui la Juventus cedette Zidane al Real Madrid.
I madrileni, infatti, offrirono 67 milioni di euro, ma i due Moggi (il figlio Alessandro guidava la società GEA World, che si occupava di procure calcistiche) sapevano già che il prezzo sarebbe salito di 7 milioni: "Grazie all'aumento del prezzo artificioso - ha scritto Roger - la Juve versò quindi una commissione al figlio nominato dal padre come mandatario dei bianconeri per l'operazione". In totale: 12 milioni di euro finiti nelle casse private dei Moggi.
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