Non si sa bene se sia stata un'uscita dettata dall'ingenuità, una frase lasciata cadere così in mezzo a una chiacchierata durante un podcast, ma le parole dell'ex calciatore Luis Jimenez hanno scoperchiato un tema che si pensava chiuso: le possibili partite truccate nel nostro campionato.
Il Mago cileno, celebre in Italia per essere stato all'epoca «prigioniero» del suo contratto con la Ternana che pur giocando in B lo dava in giro in prestito (anche alla Fiorentina nel 2006 e all'Inter nel 2007 per esempio), è intervenuto in una trasmissione radiofonica del suo Paese affermando candidamente: «Ho giocato almeno tre partite truccate. Non posso dirvi con che squadra, ma è accaduto in Italia. Io non ne sapevo niente. In uno di questi incontri entro e segno, il mio portiere voleva ammazzarmi perché doveva finire in pareggio e aveva pochissimo tempo per farsi segnare una rete e fare uscire l'1-1. Lui giocava poco e voleva fare il pareggio a reti inviolate». E ancora, addirittura nel dettaglio: «Un'altra partita era Ternana-Atalanta, del 2004, eravamo prima e seconda e c'era il gemellaggio tra i tifosi. In pratica io mi procuro il rigore, erano tutti disperati, compagni, avversari, tifosi. Il medico sociale anche mi spiegò che era tutto combinato, e in effetti il compagno che segnò si mise le mani in faccia disperato».
Insomma, una situazione apparentemente normale per l'epoca, che aveva colpito in negativo l'allora giovane fantasista: «Una cosa del genere in Cile non mi è mai successa. In Italia invece c'erano molte partite aggiustate. Per me è stato veramente pesante». Nessun commento è arrivato finora comunque dai club chiamati in causa da Jimenez con la sua uscita.
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