L'Inter "brucia" il rosso e Dzeko firma il sorpasso

Sotto di un gol, il contatto tra Handanovic e Defrel è dubbio. Poi con il bosniaco arriva un'altra rimonta

L'Inter "brucia" il rosso e Dzeko firma il sorpasso

L'Inter ribalta anche il Sassuolo, come già aveva fatto con la Fiorentina. Ma se là aveva dominato e strameritato il sorpasso, qui le polemiche e i rimpianti avversari risuoneranno a lungo. Decide Dzeko, uno dei pochi, veri fuoriclasse del campionato, per quanto lanciato verso i 36 anni. Inzaghi lo manda in campo dopo 12 minuti del secondo tempo insieme con Vidal, Dimarco e Darmian, 4 cambi contemporanei che sanno di record, la mossa disperata di chi stava affogando e trova in panchina la zattera per salvarsi. Dopo 20 secondi, il bosniaco pareggia di testa, dopo 20 minuti conquista il rigore che Lautaro trasforma. Fallo di Consigli in uscita: netto, indiscutibile. Non ci sarebbe di che parlarne se in chiusura di primo tempo, l'arbitro Pairetto non avesse giudicato in altro modo l'intervento di Handanovic su Defrel, lanciato in porta dallo sciagurato retropassaggio errato di De Vrij. Il contatto c'è anche qui, ma è differente, più scaltro, sfumato, un incrocio che Handanovic lascia supporre possa essere involontario. Pairetto ci crede, il Var anche. Niente espulsione e Inter salva.

Già, perché fino a quel punto e anche dopo, nel primo scorcio di ripresa, come 10 giorni fa la Fiorentina, il Sassuolo aveva stradominato i campioni d'Italia, rimasti in partita solo grazie al loro contestato portiere, che con questa prestazione (uscita dubbia compresa) serve un'altra volta un boccone avvelenato a chi vorrebbe pensionarlo in anticipo. Due volte Boga, Rogerio, Berardi sono tanti quelli che sfiorano il 2-0 che avrebbe chiuso e deciso la sfida.

Forse stanca, di certo molle. L'avvio dell'Inter è infatti un'illusione, giusto il tempo per Calhanoglu di farsi anticipare da Consigli in uscita e per Barella di sparare un gran sinistro, fuori di niente. Poi tanto Sassuolo. Più corto e più esplosivo, più dinamico e più pericoloso. Boga e Berardi giocano larghissimi e mettono in affanno l'Inter, che tra prenderli allargando i centrali o arretrando i due quinti finisce spesso per fare solo confusione. E così, quando a metà tempo Boga entra in area e punta Skriniar, il rigore è già scritto, oltreché sacrosanto. Berardi trasforma e l'Inter non reagisce, anzi.

È sull'1-0 che il Sassuolo legittima il vantaggio, narcotizzando Brozovic con Djuricic, e sfiorando il raddoppio almeno altre 4 volte. Poi Inzaghi cala dalla panchina il poker del sorpasso e chiude il miniciclo di 7 partite tra le 2 soste per le Nazionali, nel miglior modo possibile, a +5 rispetto al cammino nerazzurro di un anno fa.

Obiettivo centrato, bilancio in attivo (almeno quello del campo) ma i dubbi restano, l'Inter in questa fase ha faticato troppo spesso e per paradosso giocato veramente bene solo nell'unica partita che ha perso, contro il Real. Sarà argomento di analisi e confronto, perché non sempre finirà in questo modo.

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