L'Iran si toglie il velo e non canta l'inno al festival degli inglesi

La protesta e i clamorosi buu di disappunto dei tifosi. E il ct Queiroz attacca: "Statevene a casa"

L'Iran si toglie il velo e non canta l'inno al festival degli inglesi

Muti, i calciatori della nazionale dell'Iran al momento dell'inno, allora lo riportiamo noi: «Verso l'alto, all'orizzonte, sorge il sole orientale, La luce negli occhi dei credenti nella giustizia, Bahman è lo zenith della nostra fede. Il tuo messaggio, oh Imam, d'indipendenza, libertà, Oh martiri, i vostri clamori risuonano nelle orecchie del tempo duraturo, continua ed eterna la Repubblica Islamica dell'Iran!», il silenzio dei giocatori è stato contestato dalle tribune che hanno clamorosamente buueggiato, invitati dal ct Queiroz a stare casa «se non volete sostenerci». Niente bracciale arcobaleno per Harry Kane, la Fifa ha imposto la retromarcia a inglesi, olandesi, gallesi, danesi, belgi, svizzeri, tedeschi e francesi. Ci ha pensato Alex Scott, la sosia di Meghan consorte di Harry Windsor, Miss Scott, membro dell'Ordine dell'Impero Britannico, conta 140 presenze con la nazionale inglese, ha lasciato il calcio agonistico ed è opinionista per Bbc sport, ieri ha indossato a bordo campo il bracciale proibito senza che i sudditi di Infantino potessero intervenire (sempre che se ne siamo accorti).

Vigilia caotica, l'app Fifa sui biglietti è andata in black out, migliaia di tifosi inglesi in coda, alcuni tagliandi sono stati cancellati dall'app mobile, altri non sono riusciti a connettersi. Un comunicato della Fifa ha cercato di risolvere il guaio: «Nel caso in cui i fan non possano accedere ai loro account e-mail, il punto di risoluzione dei biglietti dello stadio sarà in grado di intervenire e supportare».

Sta di fatto che lo stadio Khalifa ha mostrato settori semideserti, dopo che l'Al Bayt, domenica pomeriggio, si era svuotato dopo la cerimonia di apertura, a conferma del rapporto che esiste tra la popolazione qatariota e il football. Niente fascia arcobaleno? Bene, allora gli inglesi hanno provveduto ad inginocchiarsi prima del fischio di inizio del brasiliano Raphael Claus. Avvio strano, quindici minuti di interruzione per lo svenimento del portiere iraniano Beiranvand dopo uno scontro violento con il sodale Majid Hosseini, cure e attesa inutile e ignorante, il portiere, evidentemente stordito e barcollante, ha voluto riprendere la partita, qualche secondo dopo è tornato a giacere sul prato e ha chiesto il cambio con Hossein Hosseini che ha concesso il festival dei gol inglesi, di testa il diciannovenne Bellingham, di mezzo volo Saka poi al bis, quindi Sterling, Rashford, Grealish celebrati dall'applauso di David Beckham in tribuna. A proposito dell'ex Manchester United, Real Madrid e Milan: un attore comico inglese, Joe Lycett, ha strappato diecimila sterline, con immagini su Instagram, provocando Beckham e chiedendogli di abbandonare il ruolo di ambasciatore della Fifa in Qatar. In omaggio al noto adagio, l'ambasciatore non porta pena e dunque non ha risposto al teatrante, questo subissato sui social da mille critiche e insulti per il gesto sguaiato.

L'Inghilterra pensa già alla prossima, 25 novembre, il black friday contro gli Stati Uniti, sperando che si si stia in campo meno dei 115 minuti di ieri! Un

pensiero sull'Iran. Come da attesa, bravo Taremi, due gol, il secondo su rigore, per il resto la sola presenza in Qatar, lontano dalle vergognose violenze del Paese, la nazionale di Queiroz merita un ringraziamento rispettoso.

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