L'Italia vuole scacciare i fantasmi di San Siro per la "firma" mondiale

Serve una vittoria per non complicarsi la strada per Qatar 2022: il ct Mancini predica calma

L'Italia vuole scacciare i fantasmi di San Siro per la "firma" mondiale

Roma. C'è un cerchio da chiudere aperto quattro anni fa, in quella notte dell'apocalisse di Milano: la nazionale di Ventura non fa gol alla Svezia e non ottiene il pass mondiale. Stasera ci giochiamo il match point contro la Svizzera e lo facciamo all'Olimpico di Roma dove iniziò la nostra esaltante cavalcata della scorsa estate. Stavolta con 52mila spettatori a sostenere la truppa di Mancini. Vincendo avremo un piede e mezzo in Qatar, luogo che ospiterà fra un anno inizierà l'inedita rassegna iridata invernale e noi vogliamo esserci. D'altronde siamo i campioni d'Europa anche se questo inizio di stagione azzurro è stato complicato. Di fatto, è come se quella polverina magica fosse di colpo finita. Ma ora è il momento di ritrovare quell'armonia e quella leggerezza, punto di forza degli azzurri.

Roberto Mancini ostenta tranquillità e non potrebbe essere altrimenti. L'avvicinamento a questa gara è stato sofferto per i numerosi forfeit che ha dovuto lamentare prima e dopo le convocazioni. Con tanto di polemica sul caso Immobile. «Stava bene prima di andare in Nazionale», così il presidente della Lazio Lotito. «È arrivato da noi con un dolore al polpaccio, non si è allenato nelle prime 36 ore e poi la risonanza ha mostrato il problema al soleo», la risposta del professor Ferretti, medico azzurro. «Infortuni? Per tutte le nazionali è la stessa cosa, è un momento delicato della stagione», così il ct. Consapevole che la sua avventura sulla panchina azzurra vive un nuovo crocevia importante.

Il pensiero dei reduci della notte di San Siro del 2017 (Bonucci e Jorginho in primis, titolari anche stasera) non è sfiorato minimamente da quella tappa infausta della loro carriera. «Quell'esperienza rimane dentro, come tutte le esperienze nel bene o nel male ti lasciano il segno, ma in questi giorni ho respirato sensazioni positive», sottolinea il capitano. Che vive una delle tante vigilie importanti della sua carriera senza agitazione. Ci ha provato il ct elvetico Yakin a stuzzicare gli azzurri: «Risveglieremo le loro paure, come la Svezia...». Pure lui però vive i fantasmi di quel 3-0 di giugno («non una delle nostre giornate migliori»).

Il mantra di Mancini è: niente ansie in questa vigilia, simile per certi versi a quella di Wembley. «È una partita importante ma è sempre una partita di calcio - dice ancora il ct -. Dobbiamo essere allegri e divertirci, giocare è la cosa più bella che si possa fare. Tutte le gare con la Svizzera sono state difficili, loro fanno un ottimo calcio da anni.

Noi dovremo essere aggressivi e avere una buona qualità di gioco: se facciamo quello che sappiamo abbiamo molte possibilità, i ragazzi sono concentrati». Il ct non sembra avere più dubbi sui titolari di stasera, con Belotti preferito almeno all'inizio alla soluzione del falso nove. Il traguardo è lì a portata di mano, meglio agguantarlo subito senza crearsi affanni.

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