È uscita com'era entrata Martina Trevisan: con un sorriso. Questa volta per salutare un'avversaria troppo forte per lei. La favola finisce qui, anche se lei non voleva che si definisse così il suo percorso per tornare dall'incubo alla luce: «Seguitela sempre» ha consigliato i giorni scorsi, e lo farà ancora adesso che il suo Roland Garros è finito.
Quarti di finale, ingresso nelle Top 100, qualcosa che solo dieci giorni fa era quasi un miracolo. Ma il tennis è così: ti fa accendere la lampadina quando meno te lo aspetti. Nulla da recriminare insomma per la Trevisan: il suo torneo è finito sul 3-1 per lei nel primo set, quando la polacca Iga Swiatek - una diciannovenne che picchia duro e gira il circuito con una mental coach - ha cominciato a ingranare. Risultato: otto game di fila e 6-3, 6-1 finale. Martina può comunque sorridere.
Il suo match era arrivato a tarda sera, dopo la folle giornata parigina. Macchiata per altro dalla notizia che la Procura della città ha aperto un'inchiesta per la possibile combine di un match del primo turno del doppio femminile. I francesi mettono tutti sul campo centrale, il Philippe-Chatrier: si comincia alle 11 con due match femminili (vincono Collins su Jabeur nell'ultimo ottavo del tabellone e la Podoroska sulla Svitolina), si finisce con le sfide degli italiani. Quella della Trevisan appunto e, soprattutto, Sinner-Nadal. In mezzo però c'è Thiem contro Schwarzman, preparate i cuscini. Dicono: siccome lo Chatrier quest'anno ha il tetto, c'è da ripararsi dalla pioggia. Ma a parte che il suddetto lascia dei buchi sui lati e col vento fa entrare comunque l'acqua, capita che fino a metà pomeriggio non arrivi una goccia. Così nel vicino Suzanne Lenglen si portano a termine simpatiche partite di doppio, mentre sul Centrale sembra di tornare ai tempi di Wilander o di Chang. Solo che il Wilander e il Chang di oggi sono sullo stesso campo. Pochi metri più in là invece ci si diverte assai. E non piove.
Si poteva fare diversamente? Certo, ma guai a dirlo agli organizzatori, che raggiungono l'apoteosi a un certo punto della telenovela tra Thiem e Schwartzman. Perché - già - i geni del tennis il tetto mica l'avevano chiuso. E così a metà pomeriggio ci si ferma dopo un paio d'ore di titic titoc a ripararsi appunto da una scrosciata sigillando il campo. Come se il meteo a Parigi non l'avessero ancora inventato.
Intanto i nostri eroi se la prendono comoda: solo dopo 5 ore e 8 minuti e tre tie-break nei primi 4 set, alla fine l'austriaco crolla. Vince Schwartzman 6-2 al quinto e quando finisce anche la Trevisan, finalmente comincia il sogno di Sinner contro Nadal. Sono le 22.30: si farà notte.
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