Otto giorni fa, non otto mesi fa, l'Uefa ha celebrato ad Amsterdam il suo congresso. C'erano già allora tutti i segnali premonitori della pandemia che stava attaccando l'Europa. Bene, anzi malissimo: hanno fatto finta di niente. Così come hanno continuato a prendere tempo anche ieri nonostante il bollettino di guerra provenienti dai vari paesi (la Liga spagnola ha sospeso per due settimane il campionato). Finalmente la federazione guidata da Ceferin ha parlato, si fa per dire, attraverso un comunicato che ha scatenato proteste e accuse velenose. La notizia è questa: martedì prossimo 17 marzo, numero infausto, in collegamento telefonico, ci sarà la consultazione delle 55 federazioni, allargata al board dell'Eca, alle leghe europee e ai rappresentanti del calciatori, per decidere sul destino delle coppe europee e del prossimo europeo di calcio previsto per giugno. Ancora più grave la nota organizzativa con la quale gli uffici di Nyon hanno dato via libera alla sfida di Champions Bayern-Chelsea, sospendendo Juve-Lione, City Real Madrid e Barça-Napoli mentre hanno lasciato intatte le sfide di Europa league di ieri sera. Sono rimaste al riparo solo quelle della doppia sfida italo-spagnola (Inter-Getafe e Siviglia-Roma) interdette per il blocco dei voli tra i due paesi.
Non ci sarà molto da inventarsi martedì 17 marzo. Come anticipato in qualche modo anche da Evelina Christellin, esponente Fifa in aggiunta all'Uefa, la soluzione preparata è quella di far slittare al 2021 l'europeo programmato per la prossima estate così da lasciare liberi i mesi estivi per l'eventuale recupero dei campionati nazionali e magari anche delle coppe europee. Già perché in ballo c'è una montagna di soldi: Champions league più Europa league valgono 3,2 miliardi di euro a stagione, l'europeo è un business da 2 miliardi, 100 milioni in più rispetto all'incasso dell'edizione 2016. Di qui le resistenze che si estendono dalla Svizzera anche alla vicina Germania dove la Bundesliga sarà trasmessa da Sky in chiaro per riparare alle porte chiuse.
Dinanzi a questo scenario, la Lega di serie A ha ripetuto l'allarme e chiesto all'Uefa, nel corso di contatti telefonici di ieri, di prepararsi alla chiusura collettiva sapendo che la pandemia italiana, tra qualche giorno, arriverà negli altri paesi. L'emergenza Uefa ha retrocesso in secondo piano il dibattito sulle soluzioni da adottare per completare il campionato italiano. La posizione di Dal Pino, al momento, è questa: si sposta l'europeo al 2021 e così si guadagnano settimane se non mesi utili per concludere i tornei nazionali e magari anche la coppa Italia. Senza avventurarsi nella famosa giungla delle ipotesi (playoff, scudetto non assegnato, congelato quello attuale e prossimo torneo di A a 22 squadre) che hanno già scavato steccati tra presidenti, calciatori e addetti ai lavori.
Come dimostra in modo plastico l'ultima uscita di Mario Balotelli che ha commentato il recupero a porte chiuse con una maliziosa chiosa («così la Juve è tornata in testa») che ha scatenato sui social una vera e propria guerriglia a colpi di tweet.
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