Mancio approda a Malta diviso tra i ricordi e la rivoluzione obbligata

Stasera partita scivolosa, 5-6 cambi. Nel '93 fece doppietta. E Balo lo stuzzica: "I bomber ci sono..."

Mancio approda a Malta diviso tra i ricordi e la rivoluzione obbligata

Nemmeno il tempo di riprendersi dalla botta di Napoli e dalla falsa partenza nelle qualificazioni europee che Roberto Mancini, alla vigilia del secondo appuntamento a Malta dove il ct prepara almeno 5-6 cambi in formazione («c'è stanchezza in molti elementi»), riceve una frecciata dall'ormai ex pupillo. Già, pure Mario Balotelli entra nel dibattito della carenza di punte denunciata dal ct. «Fidatevi... Gli attaccanti in Italia ci sono e sono in forma», il suo messaggio su Instagram. Un tackle a quello che fu l'allenatore che più lo ha coccolato e aspettato e che poi gli ha chiuso la porta definitivamente (complice il rendimento negativo del giocatore arrivato alla soglia dei 33 anni). Ma anche una sorta di autocandidatura nemmeno tanto sott'intesa, lui che a settembre scorso agli albori della nuova avventura calcistica con il Sion ebbe a dire: «Posso dire che la non convocazione con la Macedonia mi ha fatto male, ma perché da italiano sapevo di poter aiutare la Nazionale». Ma lui era già fuori dai radar azzurri.

«Cosa dovrei rispondere a Mario? Non dico nulla perchè gli voglio troppo bene. A me fa piacere che ci siano attaccanti bravi in Italia, forse Balotelli si riferisce a se stesso... spero per lui che sia veramente in forma», la replica con il sorriso di Mancini. Che pensa al bis fra i titolari di Mateo Retegui, in gol al debutto - come altri 24 azzurri nella storia della Nazionale - sfruttando l'unico tiro nello specchio dell'Italia nella sfida con l'Inghilterra. Malta, guidata in panchina dall'ex tecnico del Chievo Michele Marcolini e da tempo una piccola colonia italiana, non è più una squadra-materasso («è evoluta nella tattica») ma può aiutare l'italo-argentino nell'inserimento in gruppo. «Su di lui ci abbiamo visto giusto, leggo che è seguito da vari club, ora deve capire il calcio europeo, imparare certi movimenti e sintonizzarsi con la squadra. E anche la nostra lingua, ovviamente, così tutto sarà più semplice per lui», sottolinea il Mancio.

Da giocatore ha un ricordo fortunato con la nazionale «isolana»: 30 anni fa esatti (era il 24 marzo 1993) allo stadio di Palermo con la maglia numero 10 sulle spalle segnò la sua unica doppietta in azzurro offrendo anche due assist a Dino Baggio e Signori. E se i numeri ci danno ragione - otto vittorie in altrettante sfide, 21 gol segnati e due subiti -, in casa loro i suoi predecessori sulla panchina dell'Italia Sacchi e Conte hanno dovuto soffrire. L'attuale allenatore del Tottenham si affidò nelle due sfide a Pellè, il centravanti poi emigrato in Cina con una contratto faraonico che siglò le due vittorie di misura.

«Dobbiamo sempre vincere, ma non sento pressione. Dopo tanti successi, un ko con l'Inghilterra può starci - sottolinea Mancini -. Ripartiamo dal secondo tempo di Napoli, essendo magari più precisi in zona gol e meno disattenti in qualche situazione».

In difesa potrebbe toccare a Romagnoli o a Scalvini ed Emerson sulla fascia, a centrocampo Cristante («togliamoci gli alti e bassi degli ultimi anni», così il romanista) e Tonali sono pronti a giocare dal primo minuto, davanti novità con Politano e Gnonto.

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