Alzi la mano chi, vedendo qualche anno fa Gianmarco Pozzecco irridere gli avversari in campo, con i capelli tinti di rosso e le sue giocate da genio, lo avrebbe immaginato oggi guidare dalla panchina la nazionale azzurra di basket. Probabilmente nemmeno lui. Come del resto, in pochissimi avrebbero pronosticato lo stesso ruolo, nel calcio, per Roberto Mancini, lui che mangiava gli arbitri, polemizzava con tutti e in Nazionale non ha mai avuto vita facile. E invece i ribelli vanno di moda sulla panchina azzurra. Il tempo non passa invano quando si studia, si cresce, si migliora. E inevitabilmente si cambia. Se il Mancio si è preso l'azzurro dopo i successi con Inter e Manchester City, dimostrandosi un vincente anche alla guida della Nazionale, il Poz ha nei piani di fare uguale.
Ne è passato di tempo da quando la mosca atomica facendo il pazzo faceva impazzire i tifosi. La testa matta un po' è rimasta, intendiamoci. Quando qualcosa non gli va a genio non lo nasconde. Vedasi conferenze stampa ai tempi di Sassari in cui i bip scandivano puntualissimi ogni sua intervista. Però, col tempo e l'esperienza, è aumentato anche l'autocontrollo. Magari adesso non si strapperà più la camicia in panchina o non insulterà gli arbitri. Conterà fino a 10 e rifletterà prima di esplodere. Proprio come l'ora compassato ed elegante Mancini.
Ma in un mondo dello sport noioso, sempre politicamente corretto, in cui ogni dichiarazione diventa una soporifera tiritera di noiose frasi fatte, ben vengano i pazzi geniali in stile Poz e Mancio.
Divertivano i campo. Ci facciano divertire in panchina. Ora che, per motivi diversi, l'azzurro rappresenta per loro un bivio. Zittite tutti, a modo vostro. Con un crossover o un colpo di tacco. È il vostro momento. Lunga vita ai ribelli.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.