Marcello Lippi: "Il mio Mondiale per i nostri migranti"

Marcello Lippi ricorda ancora la notte di Berlino e la vittoria della Coppa del Mondo: "I nostri emigrati piangevano per la gioia"

Marcello Lippi
Marcello Lippi

Marcello Lippi ricorda ancora la notte di Berlino e la vittoria della Coppa del Mondo. L'ex Ct della Nazionale torna su quella partita contro la Francia che regalò gioia a milioni di italiani e ai nostri emigrati in Germania. Ed è proprio a loro che Lippi dedica la vittoria della notte di Berlino: "Li avevamo sempre sotto l'albergo. Ci pregavano di battere i tedeschi per le solite storie dei mangiaspaghetti e della mafia. E quando li battemmo piangevano tutti di gioia", spiega Lippi al Corriere.

Poi l'ex commissario tecnico degli azzurri parla anche di temi di attualità. Al centro delle cronache in questo periodo ci sono gli scontri di piazza nel nome dell'antifascismo che spesso si trasforma in violenza contro le forze dell'ordine. Lippi è iscritto alla anagrafe antifascista di Sant'Anna di Stazzema: "Sono nato lì vicino, mio padre era socialista, sono cresciuto nel mito della Resistenza: siamo allo scatafascio da un punto di vista morale e si sente dire di strani ritorni, ho ritenuto serenamente di aderire".

Infine l'ex ct torna sul calcio e lancia un messaggio di speranza per la nostra Nazionale fuori dal mondiale di Russia 2018: "Rosichiamo. Ora è importante ricostruire una federazione che si occupi di calcio. E lo conosca".

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