Nostro inviato a Rio de Janeiro
Prima preoccupazione: «Il clima che taglia le gambe». Seconda: «Pensiamo tutti al mondiale», con dedica ai fuori programma di Balotelli. L'umidità sarà l'avversario in più. L'Italia si è allenata alla sauna in modo specifico, in questi giorni al Portobello resort le prove generali sono state annacquate da pioggia e calore contenuto. Contro la Fluminense, la nazionale ha capito l'effetto che fa. E il principino ha già intuito come finirà: tante lingue fuori e gambe fiacche. Mondiali per maratoneti resistenti. Anche per quelli come lui, che ha il fisico di un grissino. Ormai si è fatto Principe, l'Italia dei precari non è più cosa sua. Oggi Claudio Marchisio è una luce di speranza per questa nazionale: corre e sgambetta con guizzi leggeri e feroci. Spiega: «All'inizio della stagione non ho giocato tanto per gli infortuni. Adesso sono tornato ai miei livelli, sono più fresco, non solo nei test. Ma tutta la squadra sta bene».
Italia dal profilo ammiccante nelle parole di tutti, ma dalla difesa preoccupante per ammissione di tutti. Lo ammette anche il Principe («Ci abbiamo lavorato molto, non vogliamo più commettere gli ultimi errori»). Contro gli inglesi sarà dura per varie ragioni. Loro sono cambiati rispetto alla sfida degli europei. «Ma anche noi. Siamo due nazionali dalle caratteristiche diverse. Con Pirlo, De Rossi e Verratti abbiamo grande qualità, possesso palla per ripartire. Loro sono forti fisicamente, giocano un classico 4-4-2, si affidano alla velocità, bisognerà stare attenti». Detto badando alle carenze della difesa azzurra e pensando al terzo incomodo: l'umidità. E allora viva il time-out, due interruzioni da tre minuti, un po' basket nel calcio, un mix che non fa male. Anzi. «Sarà fondamentale per noi in campo e salverà lo spettacolo».
Marchisio ci crede, gli sono bastate le prove generali con la Fluminense. «In questo clima l'energia si consuma in fretta. Poi, certo, in ogni città cambia: da Rio a Manaus sarà diverso. Ma l'umidità ti aggredisce subito. Bisognerà lottare con la fatica e cercare sempre motivazioni». L'umidità sfiora mediamente l'80 per cento. A Manaus il calore varia tra i 35 e i 38 gradi.
Non è la prima volta che i mondiali affrontano i grandi forni climatici: dal Messico agli Stati Uniti non è mai stata una gita di piacere per i giocatori. Stavolta si aggiunge l'umidità: crea danni al fisico e ti prosciuga prima. Unico antidoto: vincere la partita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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