Marotta e il Lukaku-bis: l'Inter dei capolavori contabili

Via Lautaro con super plusvalenza e coppia Romelu-Dybala gratis. L'incognita resta Bastoni. La strategia nerazzurra: ieri primo vertice con l'avvocato del belga, pesano i 120 milioni di passivo

Marotta e il Lukaku-bis: l'Inter dei capolavori contabili

Come si era intuito nella gelida presentazione dell'europeo in Galleria a Milano la spada di Damocle Petrucci, presidente del basket, si è abbattuta su Romeo Sacchetti che da ieri non è più l'allenatore della Nazionale. Una separazione con l'eleganza ipocrita dei comunicati, auguri per il suo futuro, ringraziandolo per una bella Olimpiade e per una ancora più incredibile qualificazione a Tokyo battendo la Serbia in casa sua, ma il divorzio era nell'aria. Recite a soggetto, un finale scontato, triste. Il futuro nocchiero di Azzurra fremebonda dovrebbe essere Gianmarco Pozzecco, oggi assistente di Messina, che ieri era in volo verso la Sardegna dove stasera l'Armani proverà a chiudere la semifinale contro Sassari.

Petrucci e Sacchetti un amore mai nato. Una storia tutta italiana, in protocollo calcistico. Il presidente voleva in Nazionale quelli che, prima di Belgrado, per motivi vari, avevano rifiutato la convocazione. Sacchetti, immaginiamo, preferiva tenersi i giovani che hanno fatto l'impresa. Il divorzio era nell'aria. Dispiace che sia finita così, ma meglio separarsi che stare dove non ti vogliono. Il Meo è sempre stato uno con la schiena dritta. Non poteva vivere in questa ambiguità e lo ha capito.

Ora Petrucci avrà la sua Nazionale, puntando sul Gianmarco Pozzecco che, mediaticamente, ha certo più amici fra i giocatori dell'uomo di Altamura che alla nazionale, come giocatore ha dato tanto e come tecnico aveva cercato di valorizzare quello

che il campionato non concede ai giocatori della nostra scuola. Così è la vita per gli allenatori. Lui lo sapeva, noi lo sappiamo. Ora buon lavoro a chi dovrà sostituirlo e ai giocatori che con lui non andavano d'accordo.

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