Marquez ipoteca il mondiale Vale il futuro: io come Totti

«M'imbarazza l'idea di correre dopo il 2018, a 40 anni Ma sono già in paranoia al pensiero di dover smettere»

Marquez ipoteca il mondiale Vale il futuro: io come Totti

Marquez ad Aragon ha vinto per manifesta superiorità nonostante abbia messo del suo per renderla meno manifesta. Errori, rischi, rimonte. Ora i punti di vantaggio sul Vale Rossi giunto terzo dopo duello perso con Lorenzo sono saliti a 52. Nove in più rispetto a sabato. A quattro Gp dal termine, servirà la fine del mondo perché il nostro possa tornare veramente in corsa. Anche per questo il Dottore pensa già al futuro. Un lungo futuro. Talmente lungo che non si limita all'anno prossimo, riguardo al quale, dice solo «le Yamaha non vincono da Barcellona, ora dobbiamo lavorare per capire e mettere le basi della stagione 2017...». I suoi pensieri vanno oltre, a lambire il dopo 2018, quando gli scadrà il contratto e avrà per davvero 40 anni. «E mi imbarazza un po' pensare di correre a quell'età, però ci dovrò fare un pensiero».

D'altra parte, se va in campo Totti che li compie domani, e il calcio è sport decisamente più fisico del motociclismo, perché mai non dovrebbe provarci il Vale? Il primo a farne cenno era stato l'altra sera il suo tecnico, Silvano Galbusera, «è talmente competitivo e motivato» aveva detto, «che sarebbe un peccato sentirlo dire basta a fine 2018...». E Rossi, ieri, non ha fatto marcia indietro sul tema. Anzi, ha rilanciato. Dopo aver però spiegato il lungo nel pieno del duello con Lorenzo a due giri dalla fine. «Ho sbagliato e ho preferito andare dritto ed evitare contatti... Più che dell'incidente, avevo paura di quel che sarebbe potuto accadere dopo tra me e lui...» la sua battuta. «Ma no, è che quando uno sbaglia deve pensare a non creare problemi a chi gli sta davanti». Dopo di che ecco le parole sul futuro: «In effetti mi sto già facendo delle paranoie all'idea che a fine 2018 mi toccherà smettere... Dipenderà dai risultati, ma amo i progetti a lungo termine».

Al di là dell'istintivo giubilo di tifosi e organizzatori all'idea della permanenza del Dottore nel motomondo (presenza che anche appeso il casco non mancherà mai visto che ha creato scuole di piloti e team), c'è che l'atleta Rossi è tutt'altro che in declino. Il mondiale di quest'anno è qui a dimostrarlo: se Vale è quasi fuori dai giochi non è perché stia correndo appeso a un filo come nel 2015 quando, complici la stagione no di Marquez e l'avvio bizzarro di Lorenzo, si era ritrovato in vetta nonostante non desse mai l'idea di poter dominare. Quest'anno è diverso. Vale è quasi out perché due volte è caduto e in una, forse la gara più importante anche perché vincere al Mugello avrebbe contato moltissimo, gli si è rotto il motore. Per il resto, sempre lì a giocarsela con i più giovani talenti rivali. Come non avesse età.

E senza età è la frase che regala nel tardo pomeriggio

quando conferma «se il mondiale è perso è per i tre zero in classifica» e aggiunge «però siamo nel mezzo di una bella lotta per il secondo posto in classifica (con Lorenzo)... Ed è importante perché in palio c'è l'onore».

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