Marquez, l'ammazza mondiale. E Dovizioso va in retromarcia

Trionfa Marc dopo un duello a carenate con Rossi secondo. Ora è a più 33. Andrea perso fra errori e problemi in curva

Marquez, l'ammazza mondiale. E Dovizioso va in retromarcia

Peccato che la lotta per il mondiale fosse già finita al secondo giro, con Andrea Dovizioso che dopo essere partito undicesimo sfilava fino alla ventesima posizione dopo un «lungo» mentre cercava di risalire la china. Peccato perché altrimenti il Gp d'Australia avrebbe avuto tutte le carte in regola per essere considerato il più emozionante dell'anno: sorpassi, controsorpassi, sportellate (peraltro tutte abbastanza leali) e arrivi in volata, con le Yamaha risorte per un giorno e il solito Marc Marquez, ormai tetra campione virtuale che per tre quarti della tenzone se ne è stato più o meno coperto e poi a un certo punto ha mollato gli ormeggi, approfittando delle botte da orbi tra i suoi inseguitori per filare via da solo.

I 25 punti della sesta vittoria stagionale, contro i miseri 3 racconti da Dovizioso che alla fine ha chiuso 13°, portano lo spagnolo a un +33 che a due gare dalla fine è una sentenza. «Sono più contento per questo vantaggio che per la vittoria - ha detto Marc -, era importante finire davanti perché in Malesia sia la Ducati che la Yamaha andranno molto forte. Ho cercato di gestire le gomme all'inizio, poi negli ultimi cinque giri sono riuscito a cambiare ritmo». La sua soddisfazione fa pendant con l'amarezza del Dovi: «L'errore all'inizio ha peggiorato tutto e la scelta delle gomme non è stata ottimale, ma la verità è che pur essendo migliorati molto quando arriviamo su piste in cui non si frena forte e ci sono curvoni veloci non siamo competitivi». Una tesi confermata anche dal 15° posto di Lorenzo e dal 21° di Petrucci.

A riempire il bicchiere del motociclismo italico è ancora una volta Valentino Rossi, che su una delle sue piste preferite indovina l'ennesima resurrezione e porta a casa un gran secondo posto dopo aver fatto a cazzotti con Zarco, Viñales, Iannone e lo stesso Marquez che in un contatto ravvicinato gli ha autografato la spalla sinistra con lo pneumatico. Alla fine, comunque, grande fair play tra i due (ex?) nemici: «Ho un po' di graffi ma pure Vale li ha - ha detto Marc - è stato un grande spettacolo». E Rossi ha concordato: «Gara fantastica, tutti i piloti davanti sono stati molto aggressivi, le ho prese e date. Si è molto alzato il livello di aggressività, ma se il gioco è questo io sono pronto».

Alla fine Vale ha pagato prima il contatto con Marquez e poi un sorpasso azzardato del redivivo Iannone (buon 6) perdendo la chance di lottare per la vittoria, ma è riuscito a rimettersi dietro gli altri bruciando Viñales in volata. «Battere Marc sarebbe stato difficile perché aveva un po' più di spunto - ha ammesso -, ma sono sicuro che senza tutti quei duelli sarei arrivato sul traguardo con lui». Resta la soddisfazione per aver ribaltato un weekend nato male ma anche la preoccupazione per il futuro della Yamaha: «Sono stato competitivo perché ho fatto la scelta giusta con la gomma media (è stato l'unico dei top riders a montarla anche al posteriore, ndr), però i nostri problemi non li abbiamo risolti con questa gara».

Da venerdì si torna in pista in Malesia, dove Morbidelli (che ieri è salito a +29 su Luthi) potrebbe laurearsi campione con una gara d'anticipo. In Moto3, invece, Mir ce l'ha fatta già ieri: vittoria e titolo per un altro spagnolo che farà certamente parlare di sé.

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