nostro inviato a Madonna di Campiglio
The message in the bottle, Pecco Bagnaia, naufrago in questa Ducati che vuole sempre di più, lo scrive idealmente parlando di altro e altri, con leggerezza, come fa sempre. «I compagni da cui ricordo di aver imparato sono stati Jorge Martin, in Moto3, sul bagnato lui volava... e l'altro», aggiunge mentre adagia la bottiglia sul mare del motomondiale alle porte, «l'altro è stato Jack Miller, quando arrivai qui in Ducati: fra noi si formò un'intesa incredibile nel box, e abbiamo fatto un fantastico lavoro nel creare quello che la Ducati è adesso». Un messaggio che diventa riflessione e anche un avviso ai naviganti ducatisti: so bene cosa avete fatto per me, ricordatevi quel che ho fatto per voi.
Il messaggio di Bagnaia ieri a Madonna di Campiglio è partito così, silenzioso, mentre a una manciata di metri, Marc Marquez, il nemico giurato del suo mentore Valentino, rispondeva sereno «la somiglianza tra me in Ducati ed Hamilton in Ferrari è solo il rosso, certo Lewis - e sottointeso io - porta molti mondiali, però ricordatevi che i cognomi non garantiscono vittorie e titoli» la professione d'umiltà dell'otto volte iridato rafforzata da un menzognero, e ci sta in certi momenti, «logico che il primo ad avere voce sia ora Pecco...».
La versione mainstream, ribadita anche dai vertici Ducati durante la presentazione del team e della Gp25, è che con Marquez e Bagnaia assieme sia stata costruita «una squadra dal potenziale molto alto che spingerà tutti, ingegneri compresi, a migliorarsi» le parole del ceo Claudio Domenicali. Fanno invece riflettere quelle pronunciate dal dg di Ducati corse, Gigi Dall'Igna, che lasciano intendere anche dell'altro: il desiderio di essere simpatici. «Arriviamo da una stagione storica (19 gp vinti su 20), far meglio è impossibile, ma possiamo migliorare noi stessi... perché l'importante non è stravincere, basta vincere, perché se stravinci ti rendi antipatico e noi non vogliamo esserlo...». E cosa di meglio per diventare dei simpaticoni di compensare la monotonia di un quasi monomarca Ducati con un bel duello all'ultima curva tra Pecco il campione italiano e Marc il campione dei campioni non amatissimo dagli italiani per i noti fatti di 10 anni fa con Valentino?
Il messaggio nella bottiglia di Bagnaia è ormai al largo quando il ragazzo racconta di aver studiato «come Marquez curvi a sinistra, il mio limite... e cosa fare per non ripetere gli errori del '24, aumentare i piazzamenti; ci ho ragionato anche con mia moglie in viaggio di nozze, e comunque è evidente che Marc sarà il mio principale rivale».
Mentre accade questo, lo spagnolo versione Joker è felice ma non se la ride perché «sono stato il campione del mondo più giovane e a 32 anni potrei diventare il più vecchio... Meglio giovane. A proposito, chi detiene il primato di più vecchio?». Valentino. Grande Marc, non gli basta andare a caccia del 9° titolo come Rossi.
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