Marc Marquez e quel braccio che non smette di far male. Dopo quella caduta nella prima gara del Mondiale di MotoGP a Jerez de la Frontera il 19 luglio, ci sono state tre operazioni per cercare di trovare una soluzione: curare in maniera definitiva una frattura all'omero che nei due interventi precedenti non si era ricomposta nella sua totalità. Una situazione difficile per l'asso nativo di Cervera, resa tale non solo per i lunghi tempi di recupero. Dopo la terza operazione menzionata, infatti, l'iberico è stato costretto prolungare la sua degenza presso l'ospedale Internazionale Ruber di Madrid. Come confermato dalla Honda, la presenza di una precedente infezione nella frattura obbligherà Marquez a sottoporsi nelle prossime settimane a un trattamento antibiotico specifico. Questo potrebbe portare a un prolungamento del periodo di stop.
Tuttavia, da fonti estere, arrivano notizie che, se confermate, prospetterebbero un nuovo inquietante scenario. Sembra infatti che i medici temano che il problema abbia un nome: osteomielite, ovvero un'infiammazione acuta o cronica dell'osso e del midollo osseo. Un'esperienza simile a quella vissuta dall'australiano Mick Doohan, vittima il 27 giugno del 1992 di un incidente che causò la frattura della gamba destra, con un decorso operatorio molto critico e un inizio di cancrena. Gli appassionati sanno poi come la storia abbia regalato un sorriso al centauro oceanico, ricordando i suoi 5 titoli nella 500cc. L'obiettivo di Marquez è il medesimo.
«Ciò che ho chiaro è che fino a quando non sarò al 100%, non tornerò», le esternazioni dello spagnolo, che a posteriori non avrebbe affrettato il rientro immediato in gara in Spagna come invece è avvenuto. Il timore di una carriera a rischio c'è.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.