"Mi sono tolto tutti gli sfizi. Nel 2015, dopo tre anni di inattività, ho corso un paio di gare in Superbike. Ho fatto il risultato più importante a cui potessi ambire: il podio. Sono diventato il pilota più anziano a salire sul podio in un campionato mondiale, sono il primo italiano che ha vinto in Superbike. Oggi sono contento a vedere i ragazzi correre, so quanta passione e sacrificio servono". Max Biaggi si racconta in una intervista a Libero e torna al passato rivelando di essere legato all'impresa di "Suzuka, 1998, la prima in 500: solo io e Saarinen abbiamo vinto al debutto nella classe regina da campioni del mondo in 250. Pazzesco".
Quell'anno però finì con una squalifica a Valencia che gli fece perde il titolo. E Biaggi afferma perentorio: "Mi hanno rubato il Mondiale. Non lo dico mica io. Lo hanno ammesso: l'anno dopo hanno cambiato le regole, avevano capito che le ragioni per cui mi avevano punito erano sbagliate. Il direttore gara è stato spedito a casa. Troppo tardi, però".
In merito agli esordi, il pilota racconta: "Il primo anno cadevo spesso. Non sapevo nulla di motociclismo, di strategie, di come condurre la gara. Non avevo neanche un meccanico, ero allo sbaraglio. Eravamo io e papà, insieme ne facevamo mezzo in due. Poi un signore, Maurizio Vitali, ha visto che avevo il carattere e i numeri. Si è offerto di farmi da capomeccanico, da coach, da amico. È cambiato tutto. Maurizio lo vedo spesso, non lo ho perso di vista".
Infine Biaggi
commenta ridendo le voci che agli inizi lo davano per omosessuale: "Ne hanno una per tutti. È così ovunque: nello spettacolo, nello sport, a scuola. Roba all' ordine del giorno: chiamala invidia, cattiveria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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