Vincere così è ancora più bello. Forse Verstappen dovrebbe cominciare a pensarci su. Chiudere davanti a tutti quando parti nono è decisamente più divertente che vincere partendo in pole, anche se per lui non è una novità, l'anno scorso in Belgio aveva stravinto partendo dal quattordicesimo posto. Mettere in scena un triello magistrale, sorpassando in un colpo Magnussen e Leclerc regala anche l'immagine di copertina del gran premio di Miami. Max ha montato gomme bianche e le ha tenute per 45 giri, risalendo fino al primo posto, perso per il cambio gomme e immediatamente recuperato al 48° passaggio, quando ha passato Perez, chiudendo il discorso per la gara e probabilmente anche il Mondiale. «Con una gara normale, senza safety car, Max non mi riprende» aveva detto Perez sabato sera. Non solo lo ha preso, lo ha pure ridicolizzato chiudendo anche con il giro più veloce poco prima della bandiera a scacchi. Max ha dato l'impressione di viaggiare su un altro pianeta. Eppure aveva la stessa macchina di Perez. Dopo cinque gare la Formula 1 ha ritrovato il suo re che poi è sempre lo stesso per il terzo anno di fila.
Sul podio con la coppia Red Bull sale ancora Fernando Alonso autore di una gara impeccabile, soprattutto se la paragoniamo a Stroll che guidava la stessa macchina e ha chiuso dodicesimo. Dietro a lui Russell più veloce di Hamilton per tutta la gara anche se Lewis risalendo dal tredicesimo al sesto posto (con sorpasso finale su Leclerc) si è certamente divertito di più.
La morale di Miami è che la Ferrari è tornata al prima di Baku: quarta forza del mondiale. Dietro a Red Bull, Aston Martin e Mercedes. Da Miami torna così una Scuderia sull'orlo della depressione alla vigilia della prima gara europea della stagione che il 21 maggio andrà in scena sulla pista dedicata a Enzo e Dino Ferrari. Sainz era anche partito bene, fino al cambio gomme aveva combattuto con gli stessi tempi di Alonso, quindi con un ritmo con vista podio. Poi dopo il cambio alle Pirelli bianche è scomparso dai giochi, prendendosi anche 5 di penalità per aver superato il limite di velocità in corsia box. Un errore che si è visto a occhio nudo quando Carlos si è fiondato al cambio gomme come un razzo. Peccato perché i meccanici erano stati bravissimi con un cambio in 22.
Ancora più anonima la gara si Charles Leclerc che ha navigato lontano dalle zone che contano, forse ancora depresso dall'errore di sabato in qualifica e certamente rallentato da una macchina che, come ha detto via radio «salta dappertutto». Alla fine ha ceduto anche alla rimonta di Hamilton, così come Sainz aveva dovuto cedere a Russell. Una domenica da gamberi. Un'altra domenica da dimenticare.
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