Se c'è un appuntamento definito giusto al momento giusto fissato per questo pomeriggio a San Siro (i soliti 70mila tra abbonati e paganti già prenotati) per il Milan, beh quello col Verona, appena due punti sotto in classifica, ha le caratteristiche migliori. Perché si tratta di un rivale storicamente passato sotto l'identità di bestia nera anche se nel recentissimo torneo concluso a giugno scorso i successi dei rossoneri furono 2 su 2. A dire il vero persino nella stagione dello scudetto, passò da quel viaggio nella ex fatal Verona uno degli snodi decisivi della cavalcata tricolore grazie a un paio di sigilli di Tonali. A cosa serva la sfida col Verona, nel frattempo passato da una conduzione calcistica molto difensiva e fisica, a quella di Baroni più tattica e anche più coraggiosa, è presto detto. Serve a certificare in qualche modo che la batosta del derby è in qualche modo dimenticata o comunque racchiusa in una parentesi a futura memoria come sostiene lo stesso Stefano Pioli («dobbiamo continuare sempre a lavorare sugli errori commessi») il quale ha un conto sospeso con la tifoseria e sa che soltanto nei prossimi mesi si capirà se sarà possibile mettere in pari quella avvilente contabilità.
Piuttosto nel preparare, sotto un bel diluvio, la quinta del torneo, Pioli si è dedicato con particolare slancio alla questione Leao, nata sul web martedì notte dopo i gol mancati in Champions contro il Newcastle e moltiplicata dal dibattito («somiglia più a Balotelli o può diventare MBappè?») che ha avuto il sapore di una intrigante provocazione giornalistica. La risposta del tecnico è stata chirurgica sull'argomento, segno che sulle tesi più strambe e pittoresche, era indispensabile mettere un punto. Ha dettato l'allenatore del Milan: «Leao fa di tutto e lavora per trasformarsi da promessa in un campione. Ora è in grado di reggere pressioni e aspettative ma non mi va di considerare il singolo esponente come responsabile unico. Gli errori sono sempre di tutti». Fine della discussione e anche delle voci che vorrebbero il portoghese riposare con il Verona. Il candidato più probabile a prendersi un pomeriggio di semi libertà se mai è Oliviero Giroud non solo per l'età (37 anni il prossimo 30 settembre) ma perché nel fitto calendario seguiranno a stretto giro il viaggio a Cagliari e la sfida con la Lazio prima del ritorno in Champions league.
Sul punto le scelte di Pioli, tra indispensabili (Sportiello per Maignan a riposo precauzionale più Musah al posto di Loftus-Cheek e Pulisic di nuovo titolare a destra) ed eventuali sostituzioni in corsa diventeranno un altro banco di prova in particolare per il mercato milanista, elogiato con qualche eccesso di entusiasmo a bocce ferme, e adesso già messo sotto accusa per la mancanza di ricambi in difesa e nel ruolo specifico di centravanti (Jovic ha appena confessato di non essere al 100% e quindi la preferenza sarà data a Okafor). L'arbitro Marchetti, designato per San Siro, è stato sostituito da Maresca, in partenza quarto uomo.
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