Merckx e la borraccia con l'invito a far vincere Adorni

L'italiano trionfò a Imola '68, ma il patron Faema fece trovare un biglietto a Eddy. Che rallentò

Merckx e la borraccia con l'invito a far vincere Adorni

In principio Vittorio Adorni rimase indietro. Quel mondiale sul circuito dei tre monti da ripetere diciotto volte e che poi esaltò il campione parmigiano con una fuga folle è uno dei voli iridati più iconici del ciclismo tutto. In principio in quel mondiale di Imola '68 in avanscoperta andarono proprio quelli che poi finirono alle spalle di Adorni. All'attacco Michele Dancelli, che apre le danze degli attacchi fin dalla seconda tornata, ma al quarto giro il bresciano di Castenedolo viene ripreso da un drappello di corridori comprendenti, tra gli altri, Merckx e Gimondi, mentre Adorni non c'è: lui appunto è dietro.

La storia poi narra di un Dancelli costretto a mettere piede a terra a causa di una foratura. Il bresciano si ferma per assistenza, ma nel frattempo il grosso del gruppo reagisce e i battistrada vengono riassorbiti. Ed è proprio in questo preciso momento che l'azione viene rilanciata e parte in contropiede un nuovo attacco. A rompere gli indugi sono questa volta il belga Van Looy e il portoghese Agostinho, oltre ad una manciata di gregari che presto perderanno le ruote, ma con il belga e il portoghese ci sono anche gli azzurri Lino Carletto e Vittorio Adorni.

Dietro ci si fa la guerra, in particolare i due grandi rivali Gimondi e Merckx, si scrutano e si controllano a vicenda: si annullano. Davanti Adorni va. Ma ecco arrivarci in soccorso Michele Dancelli, che nel suo libro «L'asso di Fiori», scritto da Paolo Venturini e in libreria in questi giorni (256 pagine, 20 , sul sito www.lacompagniamassetti.it), racconta di un retroscena di quel mondiale passato alla storia. «Nelle fasi di rifornimento il patron dell'allora Faema, Carlo Valente racconta Dancelli a Venturini - consegna al volo una borraccia a Merckx. La fiaschetta però non contiene liquidi o zuccheri, è invece aperta con un foglietto al suo interno. Merckx lo prende, lo legge con attenzione e da quel momento non fa nulla, ma proprio nulla, per cercare d'inseguire Adorni. Il motivo è presto detto: Adorni è compagno di Merckx per quel solo anno (nel seguente dovrà cambiare aria per non fargli ombra) e lo sponsor trarrebbe un enorme vantaggio se a vincere il mondiale in Italia fosse un corridore azzurro, meglio se della Faema.

Da qui la richiesta a Merckx di starsene buono e lasciare che Adorni vincesse il Mondiale. Solo quando il vantaggio di Adorni appare ormai incolmabile da tutti, ovvero negli ultimi due giri, Merckx tenta una reazione con scatti potenti che ci fanno quasi morire».

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