Mertens e lo schiaffo delle nonnine

Sono tre, abitano nel suo palazzo, lo coccolano ma se perde o sbaglia...

Mertens e lo schiaffo delle nonnine

Napoli Ciro sembra proprio il tipico nipote prediletto. Bravo, generoso, altruista, non che tutti i giorni aiuti le vecchiette ad attraversare la strada, però... Però con tre di loro interagisce, scherza e parla. Di calcio. Una scena abituale in quel teatrino a cielo aperto che è palazzo Donn'Anna, residenza ai piedi della collina di Posillipo con le fondamenta in mare. Ciro Mertens, a Napoli nessuno più lo chiama Dries, abita qui da sei anni, da quando mise piede per la prima volta in città. Si trova meravigliosamente bene, vive con la moglie Kat in una casa dal panorama mozzafiato che affaccia direttamente sul Golfo; a volte, confida, gli capita persino di parlare col Vesuvio tanto è vicino e sembra entrargli in casa dal terrazzo del salone. Mertens è il condomino più illustre e popolare. Non è difficile vederlo mentre incrocia le tre nonnine che lo proteggono e lo coccolano, approfondendo i temi della partita. «Dove abito sono talmente pieni di passione per la squadra che le vecchiette del palazzo mi fanno sempre domande. Una ha quasi novant'anni eppure s'intende di calcio» ha svelato l'attaccante.

Provare per credere. Siamo andati a trovarle. Chiedono l'anonimato, però raccontano il loro Ciro. Spiega una delle tre: «Quando di notte lo vedevo rientrare tardi, immaginavo che si desse alla bella vita. Poi abbiamo saputo che comprava le pizze e andava in giro per regalarle ai senzatetto». È nata così la loro amicizia, poi diventata la confidenza di una nonna verso il nipote: «Pensi che a volte lo rimprovero, gli do una schiaffetto sulle guance, niente di più. Succede quando sbaglia una rete o quando non vinciamo, allora lo aspetto, e quando rientra gli dico: Ehi Ciro, basta errori, alla prossima devi fare gol, sennò...».

Già, la prossima volta. Fervono i preparativi, Mertens non lo sa però l'immagina. Ancora un centro e si affiancherà, tra i bomber azzurri, nientemeno che a Diego, il più grande di tutti. Faranno festa a palazzo Donn'Anna, un viavai di personaggi vip che abitano la dimora fatta costruire nel 500, tanto bella quanto misteriosa. Nacque come Villa delle sirene, residenza alternativa della regina Giovanna D'Angiò che la usava come teatro delle sue macabre abitudini, la più accertata delle quali narra di pescatori fatti entrare via mare, diventati compagni di passione per giorni interi e poi fatti precipitare in mare attraverso botole profonde o sotterranei segreti. Non voleva e non poteva permettere alle sue vittime di raccontare in giro le sue calde notti. Non è che avrebbe poi fatto meglio Anna Carafa (che fece ricostruire il palazzo), moglie del Vicerè di Napoli don Ramiro Guzman de Medina, una donna superba e falsa, dominata dalla gelosia. Una sua nipote ne rivelò la tresca con un principe diventato suo amante, e lei la fece scomparire per sempre.

Storie di passioni e di gelosia, sentimenti che non toccano Ciro e il suo microcosmo posillipino, popolato da tifosi discreti ma innamorati: «Lo conosciamo tutti qui, va a fare la spesa dal fruttivendolo mentre la moglie è al market, c'è un'altra signora anziana come me che abita sopra di lui. Sapesse quante volte parlano della partita affacciati dalle finestre». Dopo la rete al Brescia, una delle nonnine gli ha fatto trovare fuori l'uscio di casa una bottiglia di champagne. Facile prevedere cosa accadrà quando avrà raggiunto Maradona. O tra sette gol, distanza che lo separa da Hamsik, primo cannoniere di tutti i tempi del club.

L'altro giorno ha dichiarato ancora una volta amore eterno alla città e ai suoi colori: «Voglio restare e chiudere la carriera a Napoli, non mi vedrete mai in Italia con un'altra maglia». Per lasciare un segno e per scrivere la storia. E per non sparire per sempre come un amante di passaggio.

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