Non sarà semplice battere la Roma, reduce da 3 vittorie consecutive e impegnata a contenere Napoli e Milan nella piccola lotta per il quinto posto. L'Inter però non ha alternative per tenere vivo il sogno scudetto e soprattutto alzare un altro po' il livello di pressione in casa Sarri. Se stasera tra chi scappa e chi insegue in testa alla classifica, ci fossero solo 3 punti, il clima di Juventus-Lazio tornerebbe a essere rovente, come si immaginava al momento della ripartenza, con la non piccola differenza di chi prova a spezzare l'egemonia bianconera al comando della Serie A.
L'Inter si è guadagnata questo spicciolo di sogno grazie alla vittoria di Ferrara e più ancora per conseguenza diretta della frenata juventina (2 punti in 3 partite). Per non parlare dei rimpianti nerazzurri, sui quali è fiorita una letteratura infinita che non ha concesso spazio ai punti trovati, basterebbe ricordare i 2 generosi rigori concessi a CR7 contro l'Atalanta, che sono valsi 1 punto a Sarri e una spallata alle velleità di Gasperini, altrimenti oggi a -4 e in posizione ancora più insidiosa per la Juventus.
Conte si gode il momento: «Abbiamo l'entusiasmo di vedere riconosciuto il lavoro che è stato fatto». Ma subito aggiunge: «Nell'ultimo periodo, a sorpresa, la squadra è stata bistrattata troppo», intendendo dire forse senza ragione in quel a sorpresa, dimenticando però come proprio lui sia stato il primo e tra i più severi censori delle controprestazioni con Sassuolo, Bologna e Verona.
Roma è snodo cruciale del sogno nerazzurro. Il primo, poi eventualmente ne seguirebbero altri: a -6, l'Inter non può che vincere sempre e sperare in ulteriori passi falsi altrui. A Roma non sarà semplice, anche se per la prima volta dopo un mese Conte può fare scelte tecniche e non solo consultando il medico. Col gruppo ci sono Lukaku e Barella: potrebbero partire dall'inizio, così come subentrare dalla panchina, dove dovrebbe trovare il solito posto Eriksen. Ancora titolare invece Sanchez, l'interista più brillante nel post lockdown. Conte vorrebbe riconfermarlo anche l'anno prossimo, ma la trattativa non è semplice, perché doppia e con tanti soldi in ballo: convincere il Manchester a regalarlo, o quasi, e il giocatore a tagliarsi l'ingaggio. Contratto di 11 milioni netti, in scadenza nel 2022: fanno 22 milioni per 2 stagioni, che Marotta proverà a spalmare su 3.
Vigilia con qualche giustificata lamentela su un passaggio di calendario assai faticoso, in un periodo già sovraccarico di impegni («abbiamo avuto 2 trasferte in più e un giorno di riposo in meno»), giusta preoccupazione per il valore
dell'avversario («la Roma è stata costruita per fare un grande campionato, ha appena cambiato sistema di gioco e va rispettata»), nella speranza che Dzeko (inseguito un anno fa) resti un rimpianto e non diventi un incubo.
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