Milan, dietro il trionfo una grigliata che ha fatto gruppo

Fonseca, un po' cuoco e un po' guru, ha convinto i suoi. Reijnders la vera musa

Milan, dietro il trionfo una grigliata che ha fatto gruppo
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A dispetto del giorno libero proclamato la notte della liberazione dal dominio dell'Inter, i cancelli di Milanello sono rimasti aperti ieri mattina. E il primo ad attraversarli è stato Matteo Gabbia, lombardo di Busto Arsizio, milanista dall'infanzia, rientrato precipitosamente dal prestito al Villareal nel gennaio 2024, eroe della serata rossonera (sotto gli occhi di Spalletti ct) con quello stacco di testa imperioso sul busto di Frattesi a pochi rintocchi dal gong. Magia del derby si direbbe ma invece è il segno di qualcosa d'altro maturato nei giorni precedenti. La frase di Fonseca, recitata sabato durante la conferenza-stampa («per capire la mia fiducia avrei voluto farvi assistere agli ultimi allenamenti»), è solo una parte di quel processo avvenuto lungo i vialetti di Milanello. «Mercoledì mattina ho parlato allo spogliatoio per un'ora e mezza» il dettaglio fornito dal tecnico portoghese domenica notte. Ecco cosa è successo, al di là del sistema di gioco inedito e delle scelte geniali di alcuni esponenti (Gabbia, Abraham): c'è stata una adesione completa del gruppo alle idee e al lavoro di Fonseca.

Di qui poi la conseguenza sul prato di San Siro, agevolata da una brillante condizione fisica: il blitz di Pulisic (4 gol e 2 assist, il valore aggiunto sul piano tecnico; ndr), la crescita esponenziale di Fofana ed Emerson Royal, infine la luce accesa in alcuni snodi da Reijnders che ha spalancato la porta prima a Morata (parata di Sommer), poi ad Abraham (tiro sbavato fuori), infine a Gabbia su punizione. È l'olandese la musa del Milan attuale. Poi c'è anche un pizzico di folclore come la grigliata organizzata da Fonseca, consapevole della necessità di forgiare il gruppo dopo la batosta di Champions ricacciando indietro tutte le voci sulla sua panchina con quella frase che sembra diventata il suo mantra («non vedo, non sento, non leggo»). Naturalmente quello di domenica notte è solo il primo passo verso l'uscita dal tunnel buio, altri ne dovranno seguire per rendere concreto il lavoro di Fonseca.

Nelle stesse ore, a New York, durante la giornata dello sport italiano con il ministro Tajani, è intervenuto Gerry Cardinale («dobbiamo come serie A lavorare insieme per fare sistema») promettendo di non tornare a parlare con i tifosi del Milan che non lo hanno in simpatia «fino a quando non vinceremo». Meglio così per evitare altri fraintendimenti sulla filosofia di RedBird.

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