Torna il Diavolo da brividi. Torres e Honda rimediano

Un Milan disastroso nel primo tempo contro l'Empoli, va sotto di due gol. Poi si trasforma e sfiora il successo

Fernando Torres
Fernando Torres

Continua la doppia vita del Milan, sciupafemmine e fedele padre di famiglia, dall'attacco boom boom (l'unico 10 della sua classifica) e con una difesa colabrodo per uscire dalla metafora. É il segno più evidente che la squadra non ha ancora equilibrio nè schemi consolidati, soffre la partenza veloce dell'Empoli fino a rischiare il tracollo prima di ritornare a galla rimontando il doppio gol subito. Anzi rischiando addirittura (traversa di Menez, punizione di Honda che sfiora il palo) di chiudere con un successo che avrebbe avuto il sapore di una beffa per i toscani, all'altezza del compito per almeno 55 minuti fino a stupire la platea. É vero, subito il doppio ko, Inzaghi ridisegna lo schieramento secondo i desiderata del presidente Berlusconi, ma è il finale del Milan, con uno smalto inatteso ed energie inaspettate, a raccogliere qualche consenso. Non è una questione tattica ma ancora una volta di testa, di convinzione: molle e pasticcione nei primi 20 minuti, guerriero e feroce negli ultimi trenta. Su e giù insomma come sulle montagne russe. Primo pareggio della stagione, il noto esame di riparazione si chiude con un giudizio sospeso, da rinviare ai prossimi appuntamenti, Cesena domenica sera e poi Chievo che devono chiarire la dimensione tecnica del gruppo oltre che il suo futuro, ancora indefinito, indecifrabile. Un punto guadagnato, se si parte dal ventesimo del primo tempo, un'occasione persa per decollare. Da lodare Abate, una spina nel fianco del giovane Empoli da applaudire per la prova, e con lui anche Torres alla prima convincente prova.

Stordito da Verdi, esponente della cantera di Milanello spedito nella provincia toscana, rianimato da Torres nel finale della prima frazione. Che segnala un diabolico ritorno al passato, agli errori e agli orrori, alle amnesie della difesa, il tallone d'Achille di questa squadra da un paio di anni ormai. Anche per delle scelte che sono discutibili. A Empoli ieri sera come a Parma, l'anello debole è sempre lo stesso: Bonera cioè, preferito a Rami per misteriosi motivi. Così davanti ad Abbiati, che pure deve mettere un paio di volte i suoi pugni per evitare la goleada, si aprono buche profonde dove precipitano i rossoneri: in una Tonelli, un difensore, brucia Bonera, salta al primo piano e devia di testa; nella seconda c'è uno schema sapiente su punizione (scusate, ma non ci avevate detto che lo staff di Pippo era stato impreziosito dall'arrivo di Vio, lo stratega delle palle inattive?) che smarca Pucciarelli solo soletto davanti al portiere per il facile 2 a 0. Il Milan, che cambia sistema di gioco a quel punto (4-2-3-1), si riprende dallo choc appena l'Empoli toglie il piede dall'acceleratore e nel finale di tempo, su un cross millimetrico di Abate, trova la testa di Torres che può rimettere in discussione il risultato.

Senza far dimenticare la lezione di calcio manovrato e organizzato ricevuta da Inzaghi da quell'ex impiegato di banca che si chiama Maurizio Sarri, uno che sa bene cosa sia la gavetta. Dopo mezz'ora si arrende a un insulto muscolare Van Ginkel, segno che il giovanotto olandese non è ancora pronto per debuttare. Ma è tutto il primo Milan a balbettare, a non prendere di petto il centrocampo toscano, subendone la freschezza fisica oltre che la vivacità di Verdi. Vedono i sorci verdi con il baby mandato in prestito a Empoli. Intendiamoci: non è solo Bonera a tradire, De Sciglio è una fotocopia sbiadita del promettente talento, Menez si rivede sulla traversa schiantata nella ripresa, Muntari non ha testa nelle curve della sfida ma è tutto il Milan ad apparire come una provinciale alle prime armi. Tavano infatti sbava il 3 a 1 e l'Empoli si affloscia.

Il castigo, coinciso col ritorno del Milan migliore, è dietro l'angolo appena Abate, il migliore dei suoi, pesca Honda sulla lunetta per firmare di sinistro il 2 a 2 finale. Anche il samurai appartiene al Milan migliore da promuovere a pieni voti.

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