Milan, una fatica inutile. Beffato dal Toro in dieci e coppa Italia già finita

I rossoneri con l'uomo in più per oltre 50 minuti colpiti da un contropiede dei granata al 114'

Milan, una fatica inutile. Beffato dal Toro in dieci e coppa Italia già finita

Il Milan è uscito dalla coppa Italia. A gennaio ha già perso di vista uno dei quattro obiettivi. Il suo eversore è un vecchio rivale di questa stagione, il Toro di Juric che già l'ha castigato in campionato rifilandogli una dura sconfitta e conquistando i quarti di finale. Ancora più pesante quella di ieri sera. Perché il Toro è rimasto in 10 per 20 minuti nella ripresa e per tutti i due supplementari. Non se n'è accorto nessuno. Perché hanno saputo difendersi, ordinati e senza sbavature, e hanno saputo mettere i brividi a Tatarusanu cogliendo il bersaglio a pochi rintocchi della fine. Pioli ha chiuso con quasi tutti i titolari. Nessuna scusa, allora. Poche le occasioni autentiche, buone le parate di Milinkovic Savic, specie negli assalti conclusivi. Adesso la vita si fa dura per i campioni d'Italia.

La lezione della sfida di campionato e la necessità di far riposare l'ossatura centrale del team hanno suggerito a Pioli di cambiare registro tattico e di proporre un inedito 3-4-2-1, schieramento a specchio rispetto al Toro di Juric. Così la sfida diventa soprattutto fisica più che tecnica con qualche stonatura evidente che riguarda l'utilizzo di De Katelaere. Il giovane belga, schierato falso nueve, non può certo esaltarsi sui lanci ripetuti di portiere e difensore, come se ci fosse Giroud da quelle parti. Eppure CDK è vivo e su angolo di Tonali, a metà della prima frazione, colpisce di testa il palo lontano, segno che sta lievitando la sua condizione confermando così l'ottimismo di Maldini il quale ricorda il suo contratto lungo 5 anni.

C'è tempo per vederlo maturare, insomma. Il Toro, schierato al meglio, ha avuto l'occasione per sorprendere la difesa milanista con Lukic, lanciato da Sanabria: qui il recupero di Pobega e l'uscita provvidenziale di Tatarusanu hanno disarmato il pericolo. Chissà se l'intervento del portiere è merito anche della fiducia ripetuta dallo stesso Maldini che ha chiuso la porta a qualsiasi rinforzo dal mercato dopo l'arrivo di Vazquez (in tribuna per il mancato arrivo della documentazione) smentendo trattative per l'attaccante così confermando il modello del calcio sostenibile. Piuttosto le uniche vere notizie firmate Maldini sono state il rinnovo scontato di Bennacer e quello possibile di Leao («cercheremo di arrivare a una soluzione»).

Nella seconda frazione le uniche news di rilievo sono due. La prima dettata dai cambi di Pioli (dentro Messias e Leao), la seconda dall'intervento scomposto di Djidji sull'ultimo arrivato che gli procura il secondo giallo e l'espulsione inevitabile. Juric, rimasto in 10, è costretto a difendersi mentre dalla panchina rossonera è in arrivo il resto della cavalleria (Theo più Giroud) senza effetti concreti. Si sbarca ai supplementari.

Gagliardo e ben organizzato a dispetto dell'inferiorità numerica, il Toro si difende con lucidità e lascia al Milan solo le briciole di un assedio cieco riuscendo nel secondo supplementare di ripartire con un contropiede feroce allestito da Linetty,

proseguito da Bayeye e chiuso in gol dalla zampata di Adopo, due ricambi della panchina granata. Tutto giusto. Solo rimpianti e rimorsi per il Milan, applausi al Toro e al suo temperamento oltre che alle qualità della panchina.

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