Non c'è niente di nuovo o di inedito in quel tre a tre di Cagliari che provvede a rendere ancora più inquietante il distacco del Milan dall'alta classifica e i numeri della difesa rossonera (in 7 delle 15 partite incassati 2 o più gol) una sorta di condanna definitiva. Il vero guaio è che si sapeva dall'inizio della stagione che quello sarebbe stato il deficit da colmare e non si è provveduto dal punto di vista strategico. Perché il tecnico scelto, Fonseca, ha subito fatto del calcio dominante il suo credo e perché poi i due rinforzi per la difesa, Emerson Royal e Pavlovic, invece di cementare la trincea ne hanno per ora garantito identica fragilità. I gol fin qui subiti in campionato infatti sono 14 (con una partita in meno), proprio come lo scorso anno nello stesso periodo. Con una seconda differenza: a novembre 2023 cominciarono i guai muscolari con gli infortuni a ripetizione di Calabria, Kalulu, Kjaer e Tomori. C'è un altro dato, questa volta tattico, che rende ancora più evidente la debolezza strutturale del Milan in difesa: nei 4 centrali, non c'è nessuna guida, a tal punto che il più dotato di personalità è apparso Gabbia, attualmente assente per infortunio. Persi quasi tutti i duelli in quota nonostante l'altezza Thiaw e Pavlovic.
E se l'attuale scenario chiama in causa il mancato intervento riparatore di Fonseca, c'è un altro argomento che affiora da Cagliari a conferma di un rendimento molto scadente e che riguarda Theo Hernandez, l'attuale capitano (in assenza di Calabria). Dall'inizio della stagione il francese non è mai stato all'altezza della sua resa passata. Tra l'altro a Parma, seconda di campionato, cominciò la sofferenza del Milan su uno schema che l'avversario sembra aver studiato proprio per utilizzare la distrazione di Theo Hernandez. E cioè partenza dell'azione offensiva dalla destra dello schieramento difensivo rossonero con pallone lanciato sull'altro fronte e chiusura in rete. Così nacque il gol di Man, così sono maturati i gol di Zappa e Zortea a Cagliari per un totale di 9 reti subite con la stessa giocata. All'inizio della stagione Theo fu protagonista, con Leao, di quella famosa scenetta del cooling break ma mentre il portoghese ha recuperato condizione e voglia di rimediare alle figure precedenti, da parte del francese non c'è stato alcun indizio di correzione. E se sabato sera, Reijnders, uno dei pochi a tirare la carretta, è andato davanti ai microfoni per spiegare che «siamo noi che dobbiamo guardarci in faccia e capire che non si possono prendere questi gol», allora vuol dire che il problema è molto interno oltre che squisitamente calcistico. C'è infine un aspetto temperamentale.
Anche l'Atalanta, provata dal viaggio a Stoccarda in Champions, ha parzialmente pagato contro l'Udinese la stanchezza più nervosa che fisica ma alla fine è riuscita a portare a casa i 3 punti. Al Milan tutto ciò sembra una missione impossibile e questo significa che il rischio di perdere la Champions per il futuro è ancora più allarmante.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.