Uno sprint lungo un mese, un mese giusto giusto dal viaggio a Verona stasera, pieno di insidie, fino alla sfida domestica con la Fiorentina del 13 novembre. Per il Milan comincia il mese più importante della prima fase del torneo per due motivi: 1) perché in campionato ha un calendario non molto complicato (i 5 scontri diretti sono già alle spalle); 2) perché in Champions league nel frattempo può ancora arpionare la qualificazione a condizione di due successi con Zagabria prima e Salisburgo poi. Non proprio una comoda passeggiata. In totale sono 8 partite, un'altra maratona insomma, tanto per cambiare. Stefano Pioli ha un piano preciso, stabilito con il contributo di preparatori e staff medico di Milanello: affrontarlo con la rosa quasi al completo a parte i lungodegenti (Ibra, Florenzi e Saelemaekers). I recuperi a rate rappresenta la tecnica stabilita per evitare grane da una eventuale accelerazione dei tempi. Così Maignan e Kjaer possono puntare al derby di sabato 22 ottobre col Monza, De Ketelaere tra Dinamo e Torino della settimana successiva. Questo significa che Messias più Rebic e Origi sono già arruolati per Verona che un campionato fa rappresentò uno di quegli episodi decisivi per forgiare il carattere del gruppo e mettere la firma sull'ennesima rimonta partendo dallo 0 a 1. Tonali e Florenzi i protagonisti di quel magnifico ribaltone.
L'orientamento di Pioli è quello di puntare sullo stesso schieramento utilizzato con il Chelsea e prim'ancora con la Juve, l'inedito 4-3-3. Precedenza insomma a Giroud centravanti, per capirsi. Ma da qui in avanti è impensabile spremere il francese, meglio puntare anche sulla disponibilità finalmente a pieno titolo di Rebic e Origi, il primo decisivo durante il debutto in campionato, il secondo visto solo in piccole porzioni, senza mai lasciare il segno. Ecco il punto sui due, capaci di dare il cambio e anche di partire dall'inizio magari col Monza. Se non ora quando? Pioli ha bisogno dei ricambi e di ottenere da questi ultimi due, rimessi in pista con qualche recente sostituzione, i gol che mancano all'appello. Il croato ha la grande capacità di giocare sia da sostituto di Giroud come centravanti che al posto di Leao, partendo da sinistra, il suo lato preferito. Così Origi del quale a Milanello sono incantati dal talento senza averlo mai visto all'opera in attacco.
Che poi è l'unico vero deficit rispetto alla stessa cifra di partite del campionato tricolore: i gol subiti sono gli stessi, 9, meno 3 invece quelli realizzati. E quei tre sigilli giustificano i pochi punti in meno. Di qui la necessità di allargare la platea degli attaccanti a disposizione su cui puntare qualche fiche.
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