Il Milan non si ferma più anche senza Ibra. Ottovolante da scudetto

Un rigore di Kessie e Castillejo confermano i rossoneri in fuga nonostante le assenze

Il Milan non si ferma più anche senza Ibra. Ottovolante da scudetto

È il primo dieci e lode della stagione. Agli acuti della concorrenza, il Milan risponde come gli succede da giugno ormai. Con un altro squillo di tromba che offre al suo primato un valore inestimabile. Perché ottenuto senza 4 piloni centrali del suo schieramento con la conferma di qualità e virtù che molti di noi hanno sottovalutato. Se non c'è Ibra, provvedono gli altri esponenti (Tonali, Kessiè, Rebic, Hauge) di questo gruppo che ruba l'occhio e vince anche in modo cinico infilando due volte allo spiego la Samp. Prima Kessie su rigore, poi Castillejo nella ripresa ricacciano indietro la Samp che concentra lo sforzo nella prima parte della seconda frazione raccogliendo il golletto di Ekdal a pochi minuti dalla sirena. Per la prima volta Pioli è scatenato in panchina e corre ad abbracciare il mucchio dopo il 2 a 0, segno della particolare importanza del successo. 26 punti su 30 a disposizione sono un bottino da prima della classe.

Sempre più difficile per il Milan. Questa volta, oltre a Ibra già assente con la Fiorentina, si aggiungono all'elenco anche Kjaer e Bennacer, in pratica l'asse centrale del team che deve ricorrere a qualche soluzione d'emergenza per reggere l'urto. E l'incipit del viaggio a Genova sembra confermare le prime impressioni se poi al culmine del primo assalto, Tonelli si ritrova la palla sulla testa che può esaltare però la reattività di Donnarumma. È chiara la strategia di Ranieri: lasciarsi assediare dal Milan per poi provare a colpirlo alle spalle. Così i milanisti possono allagare la metà campo Samp, padroni del gioco, apparecchiando un paio di buone opportunità con il terminale Rebic. Una volta il croato trova l'opposizione di un difensore, la seconda volta superato anche Audero in uscita, trova Tonelli pronto a deviare il pallone prima che superi completamente la linea. C'è bisogno della tecnologia per avere la conferma solenne del non gol. Sull'ultimo assalto della prima frazione però il Milan trova il vantaggio, a quel punto meritato: nel corso di un duello in quota con Hernandez, Jankto colpisce con la mano il pallone e Calvarese non ha dubbi sul rigore. Kessiè non ha incertezze dal dischetto e firma il suo 20esimo sigillo da rossonero.

I cambi della ripresa sono la conseguenza inevitabile delle insufficienze tradite in precedenza. Nel Milan si rivede Hauge al posto di Diaz, travolto puntualmente dalla fisicità altrui. E la prima palla giocata dal norvegese consente a Tonali, lievitato nella condizione e nella padronanza del ruolo, di scheggiare il palo. Le scelte di Ranieri prevedono la rinuncia a Jankto, l'autore del rigore, e Silva, per provare attraverso Ekdal e Damsgaard che devono donare sangue fresco alla Samp. Esaurite nella prima mezz'ora della ripresa le migliori energie per tentare di rimettere piede in partita e riacciuffare il pari, la Samp paga puntualmente pegno grazie al gol lampo (primo della stagione) di Castillejo appena arrivato per sostituire Saelemaekers spolpato dalle lunghe corse.

Come al solito è Hauge, sulla pista mancina, a promuovere l'iniziativa che Rebic rifinisce per lo spagnolo. Coraggiosa e generosa, la Samp si guadagna un finale dignitoso trovando il gol da angolo grazie alla deviazione di Ekdal. In quei minuti, il Milan deve difendersi e soffrire cosa sanno fare le squadre di rango.

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