È più grave l'ennesimo infortunio muscolare (questa volta è toccato a Tomori, uno dei rari superstiti della stagione: numero 30 complessivo, ndc) patito a Salerno oppure il modesto pareggio racimolato sui titoli di coda grazie al sinistro di Jovic (a proposito: calma con le bocciature di fine agosto; ndc)? Né Cardinale, il proprietario, né Pioli sono in grado di stilare una graduatoria. Rappresentano due ganasce terribili che stanno stritolando la stagione del Milan. Di qui l'accavallarsi di indiscrezioni relative al destino dell'allenatore a rischio esonero. E d'altro canto sia l'azionista americano che il tecnico, nella notte di venerdì, hanno firmato frasi ad effetto. «Sono preoccupato e amareggiato» il commento di Pioli che a questo punto deve guardarsi soprattutto alle spalle visto che i tentativi - a parole - di rimettersi sul binario giusto per scalare la classifica sono ormai abortiti miseramente. «Sono insoddisfatto» ha fatto sapere Cardinale dopo aver parlato a lungo con Ibrahimovic, al debutto in quel di Salerno. Di qui l'ipotesi di un provvedimento drastico che per qualche ora ha dominato la comunicazione sul Milan. Senza valutare che di alternative credibili e affidabili (non vogliono bruciare Abate) non ce ne sono in circolazione. Dopo una serie di ripetute consultazioni incrociate tra Milano e Usa, si è giunti al compromesso: nessun esonero immediato ma nemmeno nessuna fiducia illimitata.
E la spiegazione è questa, perché la priorità a Milanello per ora è una e una soltanto: mettere fine alla striscia inquietante di infortuni. Come? Ecco il punto nevralgico. Fino a ieri è stato detto e ripetuto: stiamo apportando dei correttivi, dai risultati discutibilissimi se la media resta uno o due ko a partita. Di qui la decisione di entrare nell'ambito della competenza di Pioli e studiare cambi alla squadra di preparatori anche in considerazione del fatto che il numero eclatante di infortuni non è di questa stagione ma di un periodo molto più lungo. Per questo motivo la panchina di Pioli è rimasta al riparo. Per quanto tempo? Risposta anche qui scontata: fino al prossimo appuntamento con il Sassuolo, vecchia bestia nera dei rossoneri negli ultimi tempi. Ecco allora il riassunto: a rendere grave la situazione del Milan è proprio il combinato disposto dei due deficit perché esiste anche un comportamento quasi svogliato, segnalato a Salerno, della squadra che non ha giustificazione solo con gli accidenti muscolari.
A porre un parziale rimedio può provvedere il mercato di gennaio ma a una condizione, che pare sia già stata accettata: e cioè che fin dalle prime ore dell'apertura del mercato, siano in arrivo a Milanello un paio di rinforzi. Fino ad allora il tecnico avrà a disposizione solo Calabria e Theo Hernandez, Kjaer non gode di salute completa e i ragazzi della primavera sono appunto dei primavera.
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