Milan, Red Bull di traverso. La prima sbatte sul palo

Ancora una volta partenza in salita dei rossoneri e la rimonta col Salisburgo si ferma a Saelemaekers. La sconfitta del Chelsea, però, dà un altro senso al pareggio

Milan, Red Bull di traverso. La prima sbatte sul palo

Un passo alla volta. Il primo del Milan è a Salisburgo, rivale non proprio comodo come dimostra il suo curriculum della passata stagione europea. Un punto in tasca che ha qualche valore anche perché a Zagabria la caduta del Chelsea fa molto rumore e il palo centrato da Leao (con deviazione di Bernanrdo) rappresenta soltanto un parziale rimorso. Restano gli effetti di un risultato recuperato, ancora una volta, come con l'Inter e con l'Udinese. Ecco dove Pioli deve forse lavorare con maggiore intensità nei prossimi giorni.

Scontato l'incipit: Salisburgo col piede pigiato sull'acceleratore, tutto dedito al pressing e Milan costretto ad alzare subito le antenne difensive per mettere il bavaglio all'attacco di Jaissie che è svelto di gamba e dotato di buona tecnica, specie palla a terra. Perciò, come spesso capita, quando si pensa che sia passato il temporale ecco il fulmine a ciel sereno che manda ko la difesa del Milan e il suo celebrato portiere. Bennacer s'impappina ai limiti dell'area perdendo una palla sanguinosa, Kalulu scivola addirittura in piena area e per Okafor, treccine in testa, è un gioco semplice riuscire a trovare l'angolo scoperto di Maignan.

La risposta del Milan è quasi immediata e si svolge come un tappeto aperto partendo da sinistra con tocco di Theo per passare dai piedi di Bennacer, e finire a disposizione di Leao che trova Saelemaekers libero in area. Il belga, molto più al centro della sfida rispetto al suo connazionale CDK, col sinistro trova l'angolo scoperto il pareggio. I gialli «guadagnati» nel frattempo da Calabria e Tomori sono l'allarme suonato in casa Pioli come dimostra in avvio di ripresa l'occasione più clamorosa sprecata dal brasiliano Fernando.

I rimedi decisi da Pioli sono immediati: Dest (al debutto), Pobega e Origi rappresentano il provvedimento del tecnico per rimediare alle incertezze di Calabria e Bennacer e alla prova offensiva scheletrica di Giroud. Più tardi Diaz e Messias sono le altre risorse provenienti dalla panchina incapaci però di garantire al Milan, a dispetto del comando del gioco, le occasioni per imporre una giocata efficace sfiorata nel finale da uno scambio Origi-Diaz anticipato dal portiere. Ecco, al contrario di quel che è accaduto nel derby, il finale è appannaggio dei rossoneri dal punto di vista fisico, segno che la condizione fisica è buona.

Discutibile la produzione offensiva, specie nella ripresa anche perché dalla parte di Leao c'è una sorveglianza gagliarda che toglie al portoghese

ogni velleità tranne nel finale con quel palo, in collaborazione con una deviazione del Salisburgo. Non sfigura Dest, si fa valere Pobega, Origi ha qualche tocco di classe ma è ancora lontano dalle aspettative collettive.

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