Dietro la siepe di una partita a singhiozzo e feroce l'Armani ritrova il successo dopo 5 sconfitte consecutive e lo fa contro la grande nemica Virtus che quest'anno l'aveva sempre battuta. Due punti di margine alla fine, abbastanza per non andare a sbattere la testa contro il muro come a Belgrado, dove 15 punti di vantaggio non erano bastati a 12 minuti dal gong, non pagando il parziale di 0-15 fra la fine del terzo quarto e l'inizio dell'ultimo tempo.
La Virtus sfinita da due bei successi in Eurolega non aveva veleno dentro, la Milano che tornava a casa dopo tre trasferte al nero di seppia fra campionato e coppa sembrava una nave senza timoniere, in balia delle onde e dei cattivi pensieri. Banchi si è preso il primo quarto (21-23) ma i troppi palloni persi avevano tenuto in vita l'Armani caduta a -7. Come a Monaco e Belgrado il secondo quarto era tutto per i naufraghi di Messina (48-44). Ma il meglio veniva all'inizio del terzo quarto con la Virtus lasciata a -12, però, come contro il Partizan, il festival malefico delle palle perse toglieva il fiato ai 12000 del Forum che vedevano ridursi a due sole lunghezze il vantaggio dopo 30' (67-65) e poi sul sorpasso Virtus era gelo. Per fortuna di Messina non tutta l'Armani era con le gomme sgonfie e il solito Shields, dopo aver perso 5 palloni, suonava la carica e Bologna non riusciva a rispondere. Milano salva sulla riva degli schiavoni, un bel Melli in partenza, 15 punti alla fine, Shields perdonato per aver ritrovato la baionetta alla fine, Maudo Lo concreto con 14 punti, ma sempre lontano da un'idea di regia decente, buon inizio del Flaccadori smarritosi alla fine nel caos di una squadra ballerina.
Virtus meno feroce che in coppa, finita la spinta di Belinelli non ha trovato altri mattatori, anche se a 49 dalla fine Shenghelia pareggiava i conti, ma a Milano bastava l'ultimo graffio dai liberi della coppia Melli-Shields per sentirsi al sicuro e fermare il tempo negli ultimi secondi cosa che non aveva fatto a Monaco facendosi raggiungere con 5 decimi sul cronometro.
Hackett metteva il primo libero, sbagliava volontariamente il secondo me il rimbalzo era della nemica e per l'Armani quell'82 a 80 era davvero la fine dell'incubo, mentre la Virtus perdeva anche il primo posto in classifica superata da Brescia andata oltre i 100 contro Sassari.
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