Milano non mangia il carbone di Belinelli

L'Armani domina ma l'ex Nba da record la trascina al supplementare

Milano non mangia il carbone di Belinelli

Via la mascherina, spazio al cuore dei reduci. Il basket non spreca il suo pomeriggio in diretta Rai, regalando una classica che andrà comunque ricordata. Anche se il successo 102-99 al supplementare dell'Armani, che si era mangiata tre volte la dote, vale soltanto per il titolo d'inverno su una Virtus riemersa dalla notte (-13 a 6' dalla fine) con le magie di Belinelli, l'arte di Teodosic.

Messina sfonda la porta nella camera dei segreti, dove la Segafredo aveva costruito scudetto e supercoppa, scoprendo un giocatore in più nel ventinovenne Jerian Grant trovato a Patrasso, che per troppo tempo era stato oggetto misterioso, pur avendo alle spalle più di 200 partite NBA e una bella storia universitaria a Notre Dame. Suo il pomeriggio aspettando il vento siberiano, pensando al mese infernale fra coppa e campionato, suo l'errore ai tiri liberi, dopo 20 punti segnati, a 12 dalla fine dell'ultimo quarto per dare a Belinelli il pallone del pareggio, 34° punto in una partita da vero cavaliere, suo record nel campionato, meraviglia da godersi nelle notti tristi rivedendo i 31 minuti di fatica così ben interpretati da un artista.

Le regine, anche se perseguitate, non hanno deluso, certo la Virtus ha avuto poco e niente dai giovani turchi del suo scudetto, più Pajola, che ha perso anche l'ultimo pallone, di Alibegovic, nella serata opaca di Wheems, rimasto a Bologna anche dopo un grave lutto.

Non poteva bastare, oltre a super Beli, l'energia di Jaiteh sotto canestro e il genio di un Teodosic a cui Melli aveva rubato la bacchetta magica nei primi 20 minuti, quelli dove Milano sembrava non sentire la pochezza della sua panchina.

Armani che nella calza del recupero trova qualche doblone, soffrendo una partita che a 6'20 dalla fine conduceva di 13 punti, ma già domani sera contro San Pietroburgo al Forum potrebbe pagare gli straordinari chiesti ad Hines e al Rodriguez direttore d'orchestra che dopo 9 assist, 16 punti, ha sentito mordere i polpacci dall'acido lattico.

In poche ore recupero difficile per una sfida durissima dove forse potrebbe esordire Kell appena preso da Varese, ma le assenze restano tante, cominciando dal Delaney perso a poche ore dalla sfida con una Virtus che ha nell'infermeria troppa gente importante per garantirsi una difesa migliore di quella vista ieri nel mistero agonistico dove allenatori di qualità non riuscivano a mascherare i tanti problemi del momento, anche se questa 183^ classica fra Olimpia e Virtus ci ha divertito e non soltanto per il 95 pari dopo 40 minuti, un canto ispirato per dire al basket che sei hai giocatori con questo cuore , tipo Hall, l'elfo del gran finale, nessuno potrà dimenticarselo.

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