Dicono che sia facile essere ingiusti con chi si ama. Sarà per questo che siamo tanto ottimisti per la spedizione italiana che, trainata da Marcello Jacobs, va verso i mondiali indoor di atletica che Belgrado ospiterà da venerdì a domenica.
Ci siamo svegliati aspettando che Gimbo Tamberi oggi ci dica se è dimagrito abbastanza, era arrivato sui 90 chili, per andare al mondiale. Il canto del gallo ci ha detto in Portogallo che i nostri lanciatori, guidati da Weir e Ponzio, un sudafricano e un americano discendenti da italiani in viaggio per la vita, hanno guidato la squadra, insieme alla discobola Osakue, pure lei miracolo della nuova generazione, a dominare le gare europee nella coppa per specialisti delle prove di forza.
Vitamine giuste per i 23 azzurri, ieri si è aggiunto il triplista Emanuele Ikeae, carrarese di origini nigeriane, classe '98, finalista olimpico, che a Birmingham, Alabama, con la maglia dell'università dell'Oregon, ha rivinto il titolo universitario indoor saltando 16.84, una squadra che sfilerà nella grande arena della città bianca di Belgrado dietro a Marcello Jacobs, la nostra vera speranza per l'oro, nella finale dei 60 di sabato.
In passato andavamo a piedi nudi nel parco della grande atletica, oggi, come dice Antonio La Torre, il direttore tecnico che ci ha riportato all'onore del mondo, siamo sicuri avere altri protagonisti oltre al campione olimpico dei 100 metri che su quella striscia blu dovrà respingere i tanti pistoleri che vogliono il suo scalpo, cominciando dagli americani.
Le nostre speranze sono sempre su quel nastro blu, più che sulla pista rossa delle corse più lunghe alla Stark Arena, ma anche nella battaglia fra pesisti oltre i 22 metri. Nella velocità vogliamo in finale Zaynab, che significa saggezza, Dossò.
Sugli ostacoli ci affidiamo a Dal Molin più che Fofanà, nella speranza che Larissa Iapichino trovi la pedana giusta per andare lontano nel salto in lungo e la Vallortigara dimentichi le amarezze dell'ultimo periodo per saltare più in alto di tutte, come potrebbe fare Tamberi se deciderà di esplorare oltre alla fortezza della battaglia di Kelemegdan, dove è nato il grande basket serbo, anche la pedana dell'arena da 20mila posti dove nel fine settimana vivremo, con diretta Rai, i mondiali al coperto nella stagione lunghissima che vivrà i mondiali all'aperto di Eugene, nell'Oregon in luglio e poi gli europei in Baviera, a Monaco, in agosto.
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