Montezemolo-Ecclestone, nervi tesi. E se alla fine Briatore...

Troppo spazio agli interessi degli sponsor, poco ai costruttori d'auto. Alla Ferrari non piace l'attuale F1. E non c'entra solo la sconfitta nel mondiale. L'obiettivo è tornare a contare di più. A costo di rompere col Boss...

Fernando Alonso e Felipe Massa parlano con Luca Cordero di Montezemolo
Fernando Alonso e Felipe Massa parlano con Luca Cordero di Montezemolo

Toni alti. E stavolta, forse, non siamo di fronte al solito confronto destinato a finire in niente. Perché il presidente della Ferrari Luca di Montezemolo ha risposto duro a Bernie Ecclestone, gran capo del Circus F1, l'uomo al vertice della Fom che del carrozzone detiene i diritti commerciali, colui che aveva definito «una barzelletta» la vicenda della richiesta di chiarimenti avanzata da Maranello per il supposto (e poi svelato) giallo delle bandiere gialle che metteva in discussione un sorpasso di Vettel e il suo titolo. «Bisogna avere rispetto per le persone molto anziane» è intervenuto l'altro giorno il numero uno della Rossa, «soprattutto quando non riescono più a controllare le parole». Rincarando poi la dose sulla gestione del campionato: «La nostra pazienza è al limite. Non piace a noi come non piace a tutti coloro che costruiscono automobili. Bisogna decidersi: o si vuole una F1 costruita sugli sponsor e a loro uso e consumo o si va verso le grandi case automobilistiche, ricercando innovazione tecnologica da trasferire alla produzione».
Un affondo, questo, a cui è seguito oggi in un'intervista alla «Gazzetta dello sport» il tentativo di Ecclestone di ammorbidire la questione: «non è il caso di drammatizzare, più volte mi ha attaccato, ma alla fine ci capiamo, non è vero Luca?». Ecco. Forse stavolta non è vero. Questione di sensazioni e anche di modi. La Ferrari chiede un chiarimento legittimo su un video che solleva dubbi e la risposta, praticamente prima che venga inoltrata la richiesta, viene affidata dalla Fia al direttore di gara che parla a un sito specializzato. Nel mentre dice la sua Ecclestone. Si sarebbe scocciata anche la Marussia. E poi: la Ferrari chiede che i motori contino di più in quanto rappresentano l'altra metà del cielo F1 e invece continua a espandersi l'aerodinamica e «noi facciamo auto, non aerei al contrario» è il leit motiv di Montezemolo. Senza dimenticare l'assenza dei test, la mancanza di un controllo sulle spese, il dilagare dei simulatori, i circuiti di prova del cavallino che ci fanno jogging ora...
Questi sono solo alcuni dei punti inascoltati e riguardano ovviamente, in primis, il potere sportivo. Ma si sa che in F1 molte delle scelte sono anche e soprattutto figlie degli interessi commerciali del grande baraccone. E allora si torna a lui, a Mr. Ecclestone, vecchio per età, 82 anni, ma non per idee e testa ed energia e Montezemolo stesso lo sa. Per cui difficile che il suo affondo sugli anni fosse fine a se stesso, uno sfogo, una moto di nervoso. Lasciar intendere la volontà di ottenere un cambiamento al vertice, tanto più dopo aver rinnovato il Patto della Concordia con vistoso ritocco in alto della torta spettante, denota qualcosa di più. Come se la Ferrari fosse consapevole che la Formula Sponsor e Show a tutti i costi poco si adatti alla sua storia e, quel che è più grave, al suo futuro. Facciamo auto, non bibite è il senso. Non un dettaglio.

Questo mentre un altro Boss, nel senso del Boss sono io del recente reality The Apprentice, se la ride. È Flavio Briatore. A maggio, a Montecarlo, aveva tracciato le linee guida della F1 che avrebbe voluto lui. E se adesso la volesse anche Montezemolo?
twitter: @bennycasadei

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