Monza, un pari che vale oro. Il Toro recrimina: rigore non dato

Altro che partita da fine stagione: basterebbe rileggere l'assetto tattico con cui il Monza chiude la gara per capire quanta fosse la voglia di andarsi a riprendere il risultato

Monza, un pari che vale oro. Il Toro recrimina: rigore non dato

Altro che partita da fine stagione: basterebbe rileggere l'assetto tattico con cui il Monza chiude la gara per capire quanta fosse la voglia di andarsi a riprendere il risultato. Palladino manovra con il joystick dalla tribuna (per la squalifica) un Monza ultraoffensivo, con Ciurria partito trequartista e finito a fare il terzino e il gol di Caprari, a 4' dal termine, è un premio all'audacia e alla voglia di restare agganciati al treno per l'ottavo posto. E a quel che potrà eventualmente regalare, anche in termini di palcoscenici internazionali. Svanisce lì il sorpasso del Torino, appaiato ai brianzoli in classifica, nonostante dal campo ci esca con rimpianti in più. Stato d'animo che Juric, mentore di Palladino, sintetizza così: «Sono sbalordito». Il riferimento è al contatto in area tra Rovella e Ricci, che Zufferli e il Var non puniscono. Proprio l'occhio elettronico nel primo tempo aveva annullato un gol di Miranchuk per il tocco di braccio di Sanabria.

Lo scarto tra il lordo e il netto, sul piatto del Toro, racconta anche di un primo tempo con le occasioni di Miranchuk e Vojvoda, con l'ex Izzo e Marlon (subentrato in avvio a Marì) assistevano anche all'uscita bassa di Di Gregorio su Sanabria, quando per gli ospiti la fiammata era stata di Ciurria alla mezzora. Per i gol, però, si deve aspettare la ripresa: apre Sanabria dopo 30 incrociando con il destro. Poi il Monza sale di giri e trova il pareggio.

A 74 anni e 3 giorni da Superga (dove Galliani in mattinata aveva depositato fiori e sciarpa del Monza, nella foto), un grande Toro si deve accontentare della g minuscola. Maiuscola è invece la classifica della neopromossa. Che con questo punto continua a sognare in grande.

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