di Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Valencia
Quarto titolo mondiale. In cinque stagioni e sesto in totale. Fuoriclasse. Inaudito. Anche perché è il primo campione del mondo a vincere il titolo cadendo ma non cadendo. Houdini. Magia. Barbatrucco. Marc supera all'interno Zarco al giro 23 ed è primo, arriva a mille all'ora alla staccata del rettilineo del traguardo, va lungo, si piega, di fatto è a terra ma con il ginocchio sinistro prima e il gomito poi si tiene su come fanno i bambini quando cascano la prima volta senza bici a pedali. Me-ra-vi-glio-so. Prova ne sia che un attimo dopo, Lorenzo e la Ducati cadranno e, soprattutto, finiranno a terra Dovizioso e la sua Rossa con la gomma posteriore ormai andata. La differenza sta anche in questo. I mondiali si vincono con il talento e con le magie. Ma bravo Dovi per tutto quel che ha fatto. Dirà: “Ci ho provato fino all'ultimo e devo essere contento di questo week end, ero lì, ma non avevo tante carte da usare. Poi la gomma posteriore è calata e niente, ho staccato lungo e mi è partita la moto. Ma è stato comunque un campionato esagerato”.
Vero, però che peccato. Primo Pedrosa, secondo Zarco che cede al compagno di Marquez solo all'ultimo, terzo Marc rientrato quinto e poi di niovo a rischiare di finire a terra. Unica sconfitta per lui la bandiera. Non sceglie, non si espone, né quella della sua Spagna né quella della sua Spagna, imbraccia invece quella rossa del suo 93 e gira per la pista.
Da oggi abbiamo anche il primo campione del mondo senza bandiera. E Vale Rossi? Quinto, mai in corsa. Però si sa: Valencia non è casa sua. “Se non esistesse questa gara, avrei due mondiali in più...”. Come dargli torto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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