La ex dottoressa del Chelsea ha detto "no". Nonostante la proposta di un maxi-risarcimento da 1.5 milioni di euro, Eva Carneiro, licenziamento dall'allora allenatore José Mourinho lo scorso anno, ha preferito proseguire sulla sua strada e ora lo "Special One" rischia di finire in tribunale.
La Carneiro fu allontanata dal club dopo aspre critiche per un intervento non concordato in campo, per assistere Eden Lazard in un match contro lo Swansea. Il medico portoghese fece causa al London South Employment Tribunal, sostenendo di essere stata vittima di soprusi e discriminazioni da parte dell'allenatore.
In quella partita il Chelsea era rimasto con soli dieci uomini, dopo l'espulsione del portiere Courtois e se Mourinho era convinto che il suo giocatore fosse affaticato, ma non di certo infortunato, su Lazard la dottoressa Carneiro la pensava diversamente, abbastanza da redarguirla platealmente in campo.
Mourinho è poi stato esonorato lo scorso dicembre dal team inglese. Il mancato raggiungimento di un accordo tra le parti lo costringerà a presentarsi davanti a un giudice, per giustificare quel litigio a telecamere accese e quanto accaduto in seguito.
A Mourinho sarà chiesto spiegare anche quel "filha de puta" (figlia di buona donna) indirizzato al medico durante la partita a Stamford Bridge. "Una frase che uso spesso - si è giustificato in una dichiarazione al tribunale -, tutti i giocatori lo sanno. Non c'è alcuna connotazione sessista, nel calcio si usano spesso parolacce".
Tanto l'ex allenatore che Mourinho sostengono che le dimissioni
le ha date la Carneiro. C'è tuttavia una comunicazione del 10 agosto, sostengono i legali della dottoressa, in cui lui disse: "Lei vada a lavorare con la squadra dell'accademia o con quella delle signore, ma non con me".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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