Chissà cosa ne dirà l'insigne Insigne, che di Napoli era un figliuolo calcistico. Avrà uno scornato sentimento di esaltazione? O un depressivo risentimento di rimpianto vedendo il Napoli lanciato, più che mai, sulla strada dello scudetto? Avesse letto il New York Times... Certo, perché proprio il NYT aveva visto bene: l'anno scorso, si era di gennaio, consigliò di visitare Napoli, uno fra i 52 posti più belli al mondo. Ed ora potrebbe aggiungere: squadra di calcio compresa. Anzi, ieri ha allungato la mira e sentenziato: Osimhen e Kvaratskhelia sono l'attacco più devastante d'Europa. Ora gli americani non sono proprio fenomeni nel valutare calcio, però l'ipotesi ha certamente preso più corpo vedendo il duo, definiamoli gioielli del gol, contro la Juve: soprattutto contro una difesa così scombiccherata da rimediare una figuraccia.
La difesa prima della Juve-squadra ha perso la partita, alla faccia di chi si sbrodola con la parola gioco. Così pure i gioielli, prima del Napoli come squadra, hanno indirizzato il successo. È sempre questione di calciatori più o meno bravi. E non è un caso: lo dimostra il Napoli, questo Napoli che in estate ha aperto le finestre per creare aria nuova e sbaraccato gli armadi da mugugnanti di spogliatoio, capi e capetti, vecchie o impolverate glorie. Sono partiti Insigne e Mertens, Koulibaly, Fabian Ruiz, perfino Milik e Ospina. Spalletti ha sostituito il ninnolo Insigne con il rombante Kvaratskhelia e c'è voluto poco a rinominarlo Kvaradona. Si sono aggiunti Raspadori e Simeone che stanno quieti, ma in campo lasciano il segno. E queste scelte sono meriti di società. Il centrocampo ha scoperto che il sergente Lobotka in realtà era un colonnello di alta strategia e l'attacco ha confermato che senza Osimhen non c'è party e partita. Questo è il Napoli, al di là della bellezza del gioco, ma quando perdi l'unica partita, contro l'Inter, cerca il perché nello svarione difensivo: in quattro contro il solo Dzeko. Eppure questa è la seconda difesa della serie A sempre arroccata intorno ad un corazzato coreano.
Invece, quando vinci, occhio ai numeri del duo gioiello: 19 gol insieme, quasi metà delle reti (44) della squadra. E Kvara ha ripreso a sgommare dopo un po' di sonnolenza: il conto di gol (7) e assist (7) ne fanno uno dei migliori d'Europa senza che lo dica il NYT. Osimhen ha segnato 12 reti in 14 partite, gli basterà essere altrettanto implacabile nei prossimi 20 match per tornare a fasti maradoniani.
Come li racconteranno i posteri? Forse diranno che quel Napoli, che perdeva scudetti fin stando in albergo e che aveva cuore ma non attributi, cambiò faccia e anema con un artista-ariete nigeriano, un genietto georgiano ed un gruppo di marines d'assalto.
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