Napoli, c'eravamo tanto amati. E ADL mette in "castigo" Ancelotti

Il presidente: "Devono onorare la maglia, si conoscono poco, serve che stiano più insieme". Il tecnico: "Non condivido però mi adeguo"

Napoli, c'eravamo tanto amati. E ADL mette in "castigo" Ancelotti

Napoli - Tutti dietro la lavagna. Lo ha deciso il presidente. E hai voglia a dire che non sarà una punizione: «È soltanto per conoscerci meglio». Non la puoi dare a bere al maestro Carletto, navigato come pochi, icona delle panchine europee. «Non condivido però mi adeguo» è stata la risposta gelida del maestro che ha fatto un discorsetto semplice ed efficace ai suoi alunni del tipo: non pensiamo a queste sciocchezze, piuttosto vinciamo la partita e blindiamo gli ottavi.

Vigilia agitata a Castel Volturno, scossa dalla decisione di De Laurentiis. Carote esaurite, ovvero la pazienza, si passa al bastone: in ritiro fino a domenica, compreso il post-partita di sabato contro il Genoa. Tra le righe della spiegazione diplomatica, affiora la verità del presidente: «È un provvedimento che spetta a me, non all'allenatore. Abbiamo un problema nel lavoro di gruppo, inteso come mancanza di continuità a livello di concentrazione: non si può giocare alla grande solo contro il Liverpool e il Salisburgo, abbiamo pagato quest'inizio di stagione con la mancanza di amalgama, c'è necessità di stare più tempo insieme. I miei calciatori sono straordinari e ben pagati, però bisogna essere fedeli alla maglia e saperla onorare».

Un po' ironica e un po' diplomatica la replica della squadra, affidata appunto ad Ancelotti: «La decisione è stata presa dal club per festeggiare in ritiro il mio onomastico: non mi trova d'accordo però la devo accettare». Non è tempo di increspare la polemica, siamo alla vigilia di un appuntamento che segnerà la svolta della stagione: fuori dalla lotta scudetto, al Napoli resta adesso la Champions come obiettivo principale. Conquistare gli ottavi con due turni di anticipo, può significare la svolta. Per quanto aziendalista si sia dimostrato in quest'esperienza napoletana, è indubbio che Ancelotti farà pesare lo strappo in ottica futura. Ora si mette in riga, causa il pessimo rendimento in campionato: «Non cambia niente nel mio rapporto con il presidente, la decisione è del club che è giustamente preoccupato. Per noi è un dettaglio insignificante perché abbiamo in testa il Salisburgo e basta. Se mi sento in discussione? Lo sono dal '95, fa parte del mio lavoro e non lo dimentico mai».

Azzurri più o meno in formazione tipo, orfani di Allan.

Arbitra il polacco Marciniak, uno di quelli che ADL vorrebbe importare nel nostro campionato: «Basta con i fischietti italiani: devono essere stranieri, dipendenti della Lega e ben pagati. Multati se sbagliano una o due volte, al terzo errore si va fuori. Perché non devono esserci cartellini gialli o rossi per gli arbitri? Siamo sempre il paese di Calciopoli, non dimentichiamolo».

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