Napoli - È andata come doveva andare: niente ritiro, niente titolarissimi e una prestazione non da Napoli. Al San Paolo gli azzurri salutano l'Europa League, passa il Lipsia (1-3) al cospetto di una squadra non sufficientemente motivata, troppo molle nell'approccio e deficitaria nell'intensità. Senza sei titolarissimi è dura, e poi in Europa non è la stessa cosa. Tanto più che l'avversario si chiama Lipsia, presentatosi quasi al gran completo, rivelazione della passata stagione e tuttora secondo in Bundesliga, sia pure distante anni luce dal Bayern. Come previsto, già dalle battute iniziali della prima frazione di gioco il Napoli ha sofferto i tedeschi che amano svolazzare sulle fasce laterali, ha impostato il match sulla velocità, per provare l'affidabilità del giovanotto Ounas che con il dribbling ci sa fare anche se insiste troppo. Tutto sommato è stata una frazione apprezzabile, perché gli azzurri non avevano niente da perdere per loro esplicita ammissione e quindi non hanno tradito le consegne di mister Sarri, stessa cosa ha fatto la squadra delle lattine (così viene chiamata in patria il Lipsia per lo storico connubio commerciale con la Red Bull), premendo sull'acceleratore con Keita e Bruma. Una discreta occasione per parte prima dell'intervallo: Callejon non gradisce il regalo della difesa tedesca sotto forma di retropassaggio errato al portiere, temporeggia e perde l'attimo. Pronta replica di Poulsen, con sinistro di poco a lato da ottima posizione dopo un fulmineo contropiede.
Non s'è visto il solito tiki-taka napoletano, Diawara non possiede la finezza di palleggio di Jorginho e Rog ha gamba ma non i muscoli di Allan: centrocampo di gioventù, entusiasmo nel voler andare avanti, poco sincronismo nel garantire equilibri in fase passiva, ecco perché il Lipsia ha spaziato con le ripartenze, essendo poi una formazione con buona condizione atletica e abile nel gestire la palla. Laimer ha chiesto invano un rigore (c'è il fallo di Rog ma dopo che il tedesco si libera della sfera), Werner molto defilato, Keita poco effervescente, Poulsen lezioso.
Ripresa dai ritmi elevati. Insiste il Lipsia, trova gli spazi per affondare, Werner spaventa Reina con un sinistro da dentro l'area, poi all'improvviso la sciabolata vincente di Ounas imbeccato da Rog: diagonale millimetrico di destro del franco-algerino (fino a quel momento deludente). Si intuisce che gli ospiti hanno più voglia, il vantaggio anziché esaltare, intimidisce il Napoli che tradisce la vocazione offensiva del proprio gioco e si lascia schiacciare.
Reina fa un miracolo su Poulsen ma sull'azione successiva in fotocopia (partorita da un errore madornale di Diawara) deve arrendersi al cospetto del solito destro di Werner, bomber implacabile. Ancora: Maggio e Tonelli fanno saltare il banco difensivo, e prima Bruma poi Werner mettono dentro i comodi palloni di una qualificazione ormai quasi certa.
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