Verona Nonostante i 53 punti di differenza in classifica, nonostante gli oltre 700km di distanza tra le due città, Chievo e Napoli si sono sfidate ieri in quello che si poteva considerare un derby delle deluse. Entrambe le squadre, infatti, erano partite con obiettivi ben diversi: una salvezza tranquilla per i veronesi, lo Scudetto per gli azzurri. 32 giornate dopo, invece, per il Chievo si sono aperte le porte dell'inferno della Serie B, mentre il Napoli ha solamente posticipato l'ufficialità dell'ottavo scudetto consecutivo della Juve.
Al Bentegodi è andata in scena quindi una gara particolare, dai ritmi non altissimi, in cui le due squadre sono scese in campo quasi per l'onore, dal momento che, nonostante mancasse ancora la certezza matematica, non avevano più molto da chiedere al campionato.
Per il Napoli, però, vincere era importante per arrivare al meglio alla sfida con l'Arsenal di giovedì. Per questo Ancelotti ha mandato in campo la squadra titolare, al netto di Meret (Ospina dall'inizio dopo il brutto infortunio contro l'Udinese) e Allan. Un Napoli tutto all'attacco, con Callejon, Insigne, Mertens e Milik, per scaldare il motore in vista dell'Europa.
Una scelta azzeccata da parte di Carletto, visto che i suoi hanno conquistato i tre punti dopo una prova positiva: un'iniezione di fiducia dopo le ultime uscite deludenti. A segno Milik, carico dopo la panchina europea, e due volte Koulibaly, a secco prima di ieri e alla prima doppietta in A.
Il difensore senegalese l'ultima rete l'aveva realizzata esattamente una stagione fa all'Allianz Stadium, in quella vittoria che fece sognare il Napoli di Sarri, prima della sconfitta di Firenze che spalancò alla Juve la strada verso il settimo titolo di fila. A distanza di un anno, c'è sempre un gol di Koulibaly ad allontanare (di qualche giorno) la conquista dello scudetto per la squadra di Allegri.
Ora per i ragazzi di Ancelotti si apre la settimana più importante: dopo aver detto addio a campionato e coppa Italia, l'Europa league rimane infatti l'unico obiettivo. C'è però una rimonta che si annuncia per nulla semplice, prima di tutto perché l'Arsenal non è di certo il Chievo. Servirà il vero Napoli, quello, per capirci, visto all'Olimpico qualche settimana fa contro la Roma. E serviranno gli uomini chiave, come Insigne, apparso anche ieri non ancora al top. Solo così, gli azzurri potranno dare un senso alla stagione, mettendo da parte la delusione.
Dopo 12 anni invece il Chievo saluta la Serie A.
Una stagione nata male (-3 di penalizzazione per il caso plusvalenze) e finita peggio: appena 11 punti, peggiore attacco, peggiore difesa e tre allenatori (D'Anna, Ventura e Di Carlo). Ora i gialloblu sono chiamati a chiudere il campionato con orgoglio e progettare un pronto ritorno nella massima serie. Come successe proprio nel 2007, quando risalì subito l'anno dopo.
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