Novanta minuti per salvare una stagione indecifrabile in casa Napoli o per regalare un'impresa poco pronosticabile la scorsa estate in casa Lazio. Alle pendici del Vesuvio c'è un clima da porte girevoli: l'addio di Rafa Benitez che vuole lasciare in bellezza potrebbe non essere l'unico eccellente (vedi Higuain o Callejon) se anche il terzo posto dovesse sfumare - ipotesi reale in caso di mancata vittoria contro i biancocelesti -. A Formello si respira invece un'aria di grande serenità, consapevoli di aver aperto un ciclo che ha però bisogno di una ciliegina iniziale. «Nessuno si dovrà permettere di usare il termine flop per il campionato della Lazio - avverte Pioli che cerca di far dimenticare gli ultimi passaggi a vuoto come il derby -. Devo difendere il nostro lavoro, ci si dimentica da dove si è partiti e le cose positive fatte. Abbiamo una posizione di classifica che per spese e bilanci competerebbe ad altre società: siamo partiti dal nono posto, lo scorso anno avevamo quasi 40 punti dalla Juve, 30 dalla Roma e 20 dal Napoli. Ora vogliamo il massimo, cioè arrivare al terzo posto». Basterebbe un pari, risultato che non è però nelle corde della truppa laziale, come dimostra il cammino in campionato.
Inevitabile sottolineare invece come l'annata del Napoli sia stata segnata dal ko di Bilbao che negò la partecipazione alla Champions, costringendo una squadra incompleta a dibattersi tra i fantasmi di acquisti inseguiti e mancati (Mascherano e Gonalons), a far fronte agli sbalzi d'umore e di prestazione dei suoi uomini simbolo. Un percorso incerto che non è servito a spiegare le due facce tanto diverse. Eppure Benitez ha continuato con perseveranza sulle sue idee tattiche, sostenendo che con maggiore precisione in zona gol, per una squadra che costruisce tanto, nessun risultato sarebbe stato precluso. Ma 50 reti al passivo in A sono un fardello troppo pesante da portare e in questa fase difensiva a singhiozzo il Napoli si è incartato, con amnesie colossali che hanno vanificato quanto di buono fatto in avanti.
Così stasera i 50mila che accorreranno al San Paolo si affideranno ancora al Pipita per salvare l'annata: sette i gol alla Lazio in 8 partite tra A e coppa Italia, 27 reti in stagione, due in più rispetto a quella del debutto in azzurro. Senza il preliminare di Champions di metà agosto, l'argentino potrebbe cambiare aria - nonostante un contratto che lo lega al club di De Laurentiis fino al 2018 - con le sirene del Manchester United e di Van Gaal che suonano sempre più forti.
Difficile trattenerlo in caso di quarto posto, ecco perchè in molti a Napoli sperano nel doppio lieto fine. La Lazio riproporrà la difesa a tre già sperimentata nella finale di coppa Italia contro la Juve e Djordjevic in attacco: obiettivo, ritrovare la Champions dopo otto anni e a braccetto con i cugini della Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.