Napoli. È sempre più Napoli-Milan. Spalletti riprende Pioli, dura poco più di un quarto d'ora la resistenza del Bologna al Maradona, azzurri padroni del gioco e del risultato, l'ulteriore prova di solidità e superiorità riconsegna fiducia a capitan Insigne e soprattutto il primo posto. C'è voluta tutta la pazienza azzurra per scavalcare il muro bolognese. Linea difensiva disposta da Mihajlovic tassativamente a cinque, il palleggio lasciato agli avversari, chissà se per scelta o per dichiarata inferiorità, sta di fatto che il Napoli ha macinato centinaia di passaggi allo scopo di guadagnare metri e liberare qualche spazio per Osimhen. Non proprio la gara ideale per il centravanti nigeriano, intorno al quale è stata montata una vera e propria gabbia, con raddoppi di marcatura e anticipi quasi sistematici. Poco si è tentato di sfondare sulle fasce, soprattutto a destra dove Lozano è sembrato più caparbio che ispiratore, e allora palla ai fantasisti in attesa della giocata buona. Che arriva per merito di Fabian Ruiz, di solito micidiale quando arma il sinistro dai venti metri: perfetta la preparazione e l'esecuzione, un colpo di rara bellezza che pesca l'angolo alto, tra le proteste rossoblù che lamentavano un precedente tocco di mano.
Ha sorpreso l'atteggiamento dei giocatori di Mihajlovic: una volta passati in svantaggio, hanno continuato a difendersi, timidi nei centrocampisti che avrebbero dovuto partorire qualche iniziativa e soprattutto avanzare il baricentro. Invece difesa quasi a oltranza, mai pericolosi dalle parti di Ospina e iniziativa sempre tra i piedi dei partenopei: dall'ennesimo attacco e pallone spiovuto in area, la mano galeotta di Medel su Osimhen ha fatto la differenza. Rigore chiamato dal Var e realizzato da Insigne, che così si è scrollato di dosso la maledizione dei precedenti errori dagli undici metri.
Il primo tiro di Barrow indirizzato verso la rete napoletana a inizio ripresa è stato il segnale che qualcosa stava finalmente cambiando, sponda Bologna. Ma anche un segnale di via libera alla controparte: varchi sulla trequarti più ampi nei quali Osimhen ha giostrato meglio.
Procurandosi il secondo rigore della serata, che avrebbe voluto calciare, così come invocato anche dallo stadio: Insigne ha fatto spallucce, tirando e segnando ma poi ignorato dal nigeriano. Unica nota stonata nella serata che restituisce il primo posto.
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