Napoli, uno schiaffo tira l'altro. Da Spalletti all'Euro Bologna

Altro crollo della squadra di ADL. E il ct sull'addio: «Non dimentico»

Napoli, uno schiaffo tira l'altro. Da Spalletti all'Euro Bologna
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Napoli - La voglia fa sempre la differenza. Quella cannibale del Bologna, che aggredisce e azzanna in ogni zona del campo, tanto da mettere il risultato al sicuro in tre minuti e addirittura all'inizio del primo tempo. Quella del Napoli non è fame, è depressione, è rassegnazione, un consegnarsi al destino scritto in maniera inconscia. È una malinconia tremenda che il ct Spalletti ha fotografato perfettamente: «C'erano le basi per continuare a vincere, io non sono andato via per paura ma perché sono accadute certe cose che bisognerebbe conoscere, però ho avuto i miei buoni motivi. Voglio bene a tutti, perdono tutti però non dimentico».

La partita del Maradona è stata consegnata ai rossoblù fin da subito, come al solito ordinati nel loro abituale assetto tattico, tosti a centrocampo e micidiali nelle ripartenze. Che poi sono le armi essenziali che hanno caratterizzato la cavalcata storica della formazione di Thiago Motta. E messe in bella evidenza contro i napoletani, storditi dalla partenza choc degli emiliani che in 180 secondi hanno affondato la lama nella difesa di burro: «Il loro calcio collettivo è essenziale e spettacolare», parole sempre del ct azzurro. Prima Ndoye e poi Posch hanno evidenziato i limiti di una difesa azzurra inguardabile, non a caso due di quelle pedine che raramente figurano tra i protagonisti essenziali ma il cui contributo è pari a quello di compagni più illustri (a proposito, preoccupano le condizioni di Zirkzee uscito dal campo in lacrime). L'esempio è Ravaglia, ieri titolare a sorpresa: il rigore parato a Politano ha di fatto chiuso il match ben prima dell'intervallo.

Questa è la filosofia di Motta, è lo spirito del Bologna che avrebbe potuto anche accontentarsi di non perdere perché tutto sommato l'Europa delle meraviglie è sempre lì, invece c'era bisogno dell'affondo decisivo, del colpaccio che fa piazza pulita, dell'impresa che scrive la storia. Bologna può esultare, è in Champions per la prima volta, manca poco, pochissimo ma la grande fuga deve ritenersi conclusa. È tempo di sistemarsi la maglietta, alzare le braccia e dare le ultime pedalate anche se Motta fa lo scaramantico.

«Non so quanti punti occorrono, so che la mia squadra è forte e che stiamo rendendo felice la città».

In casa Napoli l'atmosfera è cupa: mortificato dall'ennesimo ko, De Laurentiis ha ordinato il silenzio stampa. L'ora della rivoluzione si avvicina.

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