Napoli "smascherato". È una vera stangata per la sfida fantasma

Sconfitta 0-3 a tavolino e punto di penalizzazione. La sentenza: "Manca la causa di forza maggiore"

Napoli "smascherato". È una vera stangata per la sfida fantasma

Il calcio ha deciso con le regole del calcio: Juve-Napoli è finita, per ora, 3 a 0 più un punto di penalizzazione per il club di De Laurentiis. E gli atti del giudice sportivo sono stati trasmessi alla procura federale per valutare il rispetto del protocollo da parte del club napoletano dopo l'annuncio della positività di Zielinski. Il verdetto firmato da Gerardo Mastrandrea non è un semplice provvedimento, di quelli tradizionali adottati nel corso del campionato. È scandito da una ricostruzione puntigliosa degli avvenimenti, giorno dopo giorno, oltre che dalla corrispondenza intercorsa tra il Napoli calcio e le Asl 1 e 2 di Napoli: il viaggio settimanale si è concluso osservando la bussola del protocollo del calcio, approvato da Cts e governo e fatto proprio dalla federcalcio con successiva approvazione delle modalità utili a ottenere il rinvio approvata durante l'assemblea del 2 ottobre. Non sarà facile da smantellare in sede sportiva.

L'unico punto sul quale il ricorso del Napoli potrà far leva nel ricorso scontato, è la premessa del giudice sportivo con la quale dichiara «preclusa la valutazione della legittimità di atti di autorità statali o regionali». Ha detto il giudice sportivo: queste sono le regole del calcio e queste regole valgono. La conclusione però è altrettanto netta ed è sostenuta da due pilastri: 1) non risulta «integrata la forza maggiore» invocata dal reclamo del Napoli, rigettato; 2) «dallo scambio di lettere tra Asl 1 e 2 e il Napoli risulta da tempo unilateralmente rinunziata la partenza per Torino». Per entrare nel dettaglio: le prime disposizioni di Asl 1 e 2 e la stessa lettera del vice-capo gabinetto del Presidente De Luca «erano inizialmente compatibili col protocollo». Il Napoli poteva giocare egualmente, quindi. Perciò la pretesa «vis esterna», cioè la famosa causa di forza maggiore invocata dalla memoria del Napoli, «diviene in concreto irrilevante».

Mastrandrea ha impiegato la bellezza di 10 giorni per pubblicare il provvedimento: ha atteso infatti che arrivassero sul suo tavolo oltre al rapporto dell'arbitro, al contro reclamo della Juve e alla memoria del Napoli, anche la documentazione proveniente dalla procura federale che ha raccolto lo scambio epistolare tra il club azzurro, le Asl e il gabinetto del governatore della Campania De Luca. A questo punto la vicenda si trasferirà a Roma, in federazione, davanti alla prima sezione della corte sportiva d'appello presieduta da Piero Sandulli (vice-presidente Lorenzo Attolico; componenti: Stefano Agamennone, Alfredo Becchetti, Maurizio Borgo, Pieremilio Sammarco, Nicolò Schillaci, Fabio Tartaglia e Stefano Toschei).

Intervistato da una radio napoletana alcuni giorni fa, proprio Sandulli si era in parte pronunciato sulla vicenda con una frase («la classifica non dev'essere scritta dal coronavirus») promettendo nel caso fosse la sua sezione a decidere «un bilanciamento tra giustizia sportiva e ordinaria» che è l'anticipo di una soluzione di compromesso. Nella giustizia ordinaria, di solito, un giudice che si pronuncia prima su una causa finita sul suo tavolo, dovrebbe astenersi. Il terzo grado si sposterà dinanzi al collegio di garanzia del Coni.

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