Nardi "strappa" il poster di Djokovic

Impresa di Luca, n.123 del mondo che batte Nole: "La sua foto in camera resta"

Nardi "strappa" il poster di Djokovic
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E adesso chi glielo dice a quel poster in cameretta che appena ti distrai un attimo arriva un tennista italiano a farti un dispetto? Sicuramente ormai Novak Djokovic da quel muro guarda il mondo un po' perplesso, perché era successo una volta solo una volta che un numero 123 della classifica lo buttasse fuori da un torneo giocato da numero 1 del mondo. Ma non era un Masters 1000 e non era, appunto, un italiano.

Luca Nardi ha segnato una grande impresa e un piccolo record, a 20 anni, dopo che solo una settimana fa aveva perso all'ultimo turno delle qualificazioni di Indian Wells da Goffin: «Ritrovarmi qui dopo pochi giorni è una cosa da matti. Figurarsi battere Djokovic». E invece è successo (6-4, 3-6, 6-3) da lucky loser, cioè da ripescato del tabellone, con il serbo che l'ha presa malissimo, riuscendo alla fine a mischiare complimenti e stretta di mano all'avversario con una sterile polemica su un punto del secondo set, praticamente ininfluente: «In effetti lui ha meritato di vincere - dirà poi - ma io sono sorpreso dal mio pessimo livello di gioco». Un segnale, quando la cosa comincia a ripetersi spesso. Perché alla fine non c'è nulla da dire, Nardi ha vinto meritatamente: «Avevo detto al mio coach Galimberti che volevo cercare di non perdere 6-1, 6-1. Poi ho visto che rimanevo in partita e mi sono detto: perché non provarci? Tommy Paul? Ah, grazie che mi avete avvisato che incontro lui nei quarti: non avevo certo guardato il sorteggio fino a lì...». Miracolo di un poster, quello nella sua casa di Pesaro, ispirazione di una passione nata andando a veder giocare il fratello: «Dicono che il mio gioco assomigli un po' a quello di Federer, ma io ho sempre avuto Novak come idolo. Non avevo mai pensato di poterlo incontrare su un campo da tennis, figuriamo batterlo». E invece è successo: «Sarà che nella mia vita ho visto decine di sue partite, lui probabilmente non sapeva neanche chi fossi...».

Non è stato un caso: Luca, per dire, nel 2017 vinse il titolo del torneo Les Petits As, il «Mondiale Under 14» di Tarbes (lo hanno conquistato, tra gli altri, Nadal e Alcaraz), e allora superò Rune in semifinale. Poi l'adolescenza non è uguale per tutti, però il pronostico dei tecnici era inesorabile: «Arriverà lontano». Lui che è stato il giocatore più giovane di sempre ad aver conquistato un punto Atp: aveva 14 anni e 10 mesi. Guardando al presente c'è ancora molta strada da fare: «Non so quale sia il segreto dei nostri successi, ma tutti ammiriamo Sinner. Ho la fortuna di potermi allenare spesso con lui.

Spero di poterlo raggiungere, magari non con gli stessi risultati, ma non si sa mai». Intanto ha battuto il poster, che resterà comunque sul muro di casa: «Mica lo tolgo. Anzi: continuerò a guardarlo ogni sera prima di dormire...».

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