Il solito Di Natale e l’errore di Gomez dal dischetto. La volata Champions si chiude già nel primo tempo di Catania-Udinese e sorride ai friulani. La squadra di Guidolin aveva due risultati su tre a disposizione, ma al Massimino non ha voluto rischiare e grazie anche a un po’ di buona sorte ha bruciato al fotofinish le avversarie ottenendo il pass europeo più importante. Il 23° centro del Totò riportato ieri in azzurro da Prandelli – metà dei punti sono arrivati grazie alle reti del bomber napoletano, è il giocatore più decisivo della serie A – e il gol sicurezza di Fabbrini permettono al club friulano di eguagliare Inter e Fiorentina, che in precedenza avevano conquistato l’accesso per due anni consecutivi al preliminare di Champions. Inutile la doppietta (evento inedito in A) di Dossena – inframezzata dal guizzo del neo azzurro Destro - al San Paolo, dove arrivano anche i fischi per Lavezzi, da ieri sera ancora più lontano dal Napoli.
Inutile la vittoria in rimonta della Lazio nello spareggio dell’Olimpico, che accresce il rammarico dei biancocelesti, beffati dai friulani come l’anno scorso ma stavolta più per propri demeriti e manda l’Inter alle forche caudine del 3° preliminare di Europa League (2 e 9 agosto). In cinque minuti della ripresa, i biancocelesti ribaltano il risultato, viziato da un rigore dubbio fischiato da Damato a favore dei nerazzurri (il fallo di Ledesma su Maicon sembra fuori area) e trasformato da Milito – 24° gol e secondo posto nella classifica cannonieri dietro Ibra.
L’uno-due di Kozak, l’attaccante di scorta laziale anzi l’unico rimasto a disposizione di Reja, e del sempre più sorprendente Candreva regalano un sorriso amaro alla Lazio, che ora dovrà attendere la finale di Coppa Italia per sapere se il quarto posto servirà a entrare nel tabellone principale dell’ Europa League. Stramaccioni chiude con un’altra delusione, dopo quella di Parma, ma per come si erano messe le cose aver potuto sperare nel terzo posto fino all’ultima giornata è sembrato già un’impresa.
Tifoserie gemellate in un bel terzo tempo pre-gara, volti distesi, quasi che ci sia una certa rassegnazione sull’esito del campionato. L’Olimpico conta quasi 45mila spettatori grazie all’invito comunque rivolto dalla classifica che – al netto delle novità in arrivo da Palazzi – propone una serata emozionante. Se Zarate – l’atteso ex che potrebbe presto fare ritorno nella Capitale - e Sneijder vengono tenuti fuori da Stramaccioni, tradisce in casa Lazio Klose per un trauma contusivo-distorsivo alla caviglia destra rimediato nell’ultimo allenamento. Logico che l’attaccante tedesco pensi già all’imminente Europeo invece che alle poche possibilità di podio della Lazio.
Dunque, l’ennesimo undici di emergenza per Edy Reja non è una novità. Pagare dazio nella stagione a 42 infortuni è costato caro. Al di là del penalty dubbio, nel primo tempo l’Inter si dimostra superiore dal punto di vista tecnico, nonostante l’impegno del già citato Candreva e di un Lulic la cui assenza prolungata (e legata al dissennato impiego con l’Atletico Madrid in un match ormai chiuso) si è rivelata una delle principali variabili negative nella corsa al terzo posto.
Poi viene fuori la grinta della Lazio, brava anche a soffrire nel finale sotto gli assalti interisti.
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